Europarlamento, attacco a Kyenge dal centrodestra

BRUXELLES  – Fuoco di fila dagli eurodeputati italiani di centrodestra su Cecile Kyenge in questa due giorni di appuntamenti al parlamento Ue, in cui il ministro all’Integrazione ha arginato gli ”assalti” di Mario Borghezio, espulso dal gruppo degli euroscettici (Edf) a giugno, proprio per gli attacchi rivolti alla rappresentante del governo. Ma Kyenge, che in più di un’occasione ha anche riscosso gli applausi ed il sostegno degli eurodeputati di altri schieramenti, italiani e stranieri, ha risposto con ”atteggiamento costruttivo”.

– Sono disposta ad ogni confronto – ha detto – purchè avvenga nel rispetto della persona, e in sedi istituzionali o comunque riconosciute. In queste condizioni – ha osservato – non ho nulla in contrario. Rispetto il punto di vista di ogni persona.

Se lunedì scorso all’audizione alla commissione Libe, Licia Ronzulli (Pdl) aveva criticato il ministro per la ”strumentalizzazione delle parole del Papa” pronunciate a Lampedusa; Roberta Angelilli (Pdl) per il ”mancato appello” alla solidarietà europea per affrontare il tema degli sbarchi; e Mario Borghezio l’aveva punzecchiata con le ”giuste espulsioni dei clandestini della Repubblica democratica del Congo” (paese di origine del ministro), ieri all’incontro con gli europarlamentari italiani ”severe critiche” sono arrivate da Magdi Cristiano Allam (Edf) che ha stigmatizzato Kyenge, tra l’altro, per il suo ”battage sullo Ius soli” e sulla ”revisione del reato di clandestinità”.

Alla voce dell’esponente di Io amo l’Italia si sono aggiunte quelle di Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) secondo il quale il ministro a Bruxelles non ha messo bene a fuoco il problema degli sbarchi, lasciando credere che ”il nostro sia un Paese che lascia affogare” i migranti, e di Crescenzio Rivellini (Pdl) che ricordando come ”siamo gli unici con Lampedusa a sopportare un peso enorme”, ha interrogato il ministro sulla ”concretezza” della sua visita.

Borghezio invece si é concentrato sul tema della poligamia, chiedendone le ”dimissioni senza se e senza ma” in caso di una mancata presa di distanza. Condanna della pratica che é arrivata tempestiva dalla Kyenge, con un invito a vedere il lavoro svolto sul tema.

– Le differenze ci sono – spiega l’esponente dell’esecutivo – questa per me è una sfida ma è anche un’opportunità di confronto. Ho sempre detto che il governo è come un suk, dobbiamo cercare di convivere. Non vedo niente di insormontabile.

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