Letta preoccupato: “Con Aventino tutti a casa”

ROMA  – Giornata di grande allarme nei palazzi delle istituzioni dove si é abbattuta violentissima la rabbia del Pdl per l’anticipo della sentenza di Cassazione sul caso Mediaset che rischia di condannare Silvio Berlusconi in via definitiva. Venti impetuosi di crisi ridotti in serata a gelide brezze che hanno fatto chiudere ben meglio di come era iniziata una giornata nella quale la parola crisi rimbalzava dalla Camera al Quirinale via palazzo Chigi.

E di ora in ora la tensione cresceva, mentre un Napolitano decisamente preoccupato si preparava ad un incontro non facile con Beppe Grillo tenendo contemporaneamente diversi contatti anche con le colombe del Pdl. Nel pomeriggio infatti é salito al Quirinale il ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello. Ma sembrava di stare sulle montagne russe, tra asce di guerra e ramoscelli d’ulivo, tanto che Enrico Letta e Dario Franceschini sono stati costretti ad indossare il caschetto da pompieri per spegnere l’incendio con una capacitás di mediazione e sangue freddo molto apprezzata da Napolitano. Meno dai renziani che accusano il governo di aver ceduto al diktat di Berlusconi, accettando la sospensione dei lavori dell’Aula.

Fonti concordanti riferiscono che le diplomazie si sono spese per far sapere al Cavaliere che l’irritazione del Pdl era stata compresa e che la richiesta di avere un po’ piú di tempo era comprensibile. Ma che assolutamente non si poteva lasciar passare il messaggio di un Parlamento in ostaggio o di un Aventino del secondo partito della maggioranza.

La schiarita serale – e il conseguentemente ammorbidimento dei toni da parte del Pdl – viene confermata da fonti governative. Il premier infatti continua a ritenere che Silvio Berlusconi, almeno per ora, non abbia interesse a rompere. E la speranza è che tale convenienza si confermi anche in caso di condanna.

Il clima di tensione, però, deve cessare quanto prima. Ma soprattutto non si possono bloccare i lavori parlamentari per una decisione autonoma della magistratura. Il ragionamento comune che si é sviluppato tra Quirinale e palazzo Chigi é che in ogni caso non si possa dare un segnale schizofrenico al Paese, dove il Governo lavora e le Camere sono bloccate da una parte della stessa maggioranza.

– La migliore fotografia di come si sia sbloccata la situazione è proprio quella di Letta che risponde in aula al question time, primo presidente del Consiglio a farlo da sei anni. Un segnale simbolico – spiega una fonte governativa – della collaborazione tra le istituzioni e di come l’andamento della fibrillazione fosse ormai decrescente.

Anche i toni del ‘falco’ Brunetta nei confronti del premier non sono sfuggiti a palazzo Chigi.

– Quell’appello, quella supplica a intervenire personalmente sui debiti della Pa dimostra che la fiducia resta – spiega una fonte governativa. Detto ciò, il messaggio recapitato da Letta al Pdl, tramite Franceschini, non è solo un appello, ma anche un monito: massimo rispetto per le dinamiche interne ai partiti, ma attenzione perché con le minacce di Aventino si rischia di far saltare tutto.

– Abbassare i toni e non tirare troppo la corda – sintetizza una fonte che ne ha parlato con Letta.