Arrestato a Panama Bob Lady, fu la mente “Sequestro Omar”

ROMA  – La ”mente” del sequestro di Abu Omar, lo 007 che coordinò la rendition, finisce in manette a 8 mesi dalla condanna definitiva della Cassazione: Robert Seldon Lady, l’ex capocentro della Cia di Milano, è stato arrestato a Panama. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha firmato la richiesta di fermo provvisorio e ora ci sono due mesi per chiedere l’estradizione.

– Prendiamo atto con soddisfazione che il Guardasigilli ha già firmato l’istanza di fermo provvisorio – commenta Emanuele Fiano, capogruppo Pd nella commissione Affari costituzionali di Montecitorio  -. Per l’Italia sarà importante ottenere l’estradizione per dare seguito a una sentenza che ha stabilito chiare responsabilità in quella brutta vicenda.

– Ci auguriamo che nei prossimi giorni – aggiunge Claudio Fava, deputato di Sel – venga richiesta l’estradizione di Lady perché sconti la condanna. Un modo tardivo di riaffermare la sovranità sul nostro territorio e sulla tutela dei diritti fondamentali delle persone, platealmente violati in occasione del sequestro di Abu Omar.

Di Robert Lady si era occupato qualche giorno fa Cubadebate, il sito web dell’Avana, che lanciò una sorta di avviso sottolineando che ”tutte le piste” da seguire per trovarlo ”portano in America Centrale”. Circostanza risultata vera. L’agente ”Bob” era l’unico dei 23 agenti Cia condannati dalla Suprema Corte a settembre per l’affaire Abu Omar per il quale il Guardasigilli aveva deciso di diffondere le ricerche in campo internazionale. Una scelta presa dall’ex ministro Paola Severino il 21 dicembre dopo aver esaminato le diverse posizioni e determinata dal fatto che Lady ha avuto la condanna più alta: 9 anni, contro i 7 degli altri 22 esponenti della Cia processati e giudicati tutti in contumacia.

Un altro dei condannati solo tre mesi fa è stato graziato: il 5 aprile, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha infatti concesso la grazia a Joseph Romano, all’epoca del sequestro di Abu Omar colonnello responsabile americano della sicurezza della base militare di Aviano, dove sostò l’aereo che portò l’imam in Egitto. Il provvedimento fu molto apprezzato dagli Stati Uniti e fu considerato un segnale importante nell’ambito dei rapporti Italia-Usa, visto che la posizione di Romano, unico militare del Pentagono e Nato tra gli americani condannati, è sempre stata molto al cuore all’amministrazione statunitense, che in occasione della prima condanna espresse ”disappunto”, sostenendo che i tribunali italiani non avessero alcuna giurisdizione su di lui.

Abu Omar fu sequestrato il 17 settembre 2003 da uomini della Cia. Lady non partecipò materialmente al rapimento, ma fu uno dei principali organizzatori dell’operazione, giustificata come una ”extraordinary rendition”, il sequestro di un sospetto terrorista effettuato al di fuori delle procedure legali. Abu Omar fu bloccato mentre camminava verso la moschea di Milano per la preghiera serale, fu trasportato con la forza prima ad Aviano, poi in Germania, quindi in Egitto. L’azione finì col compromettere le indagini che i magistrati milanesi stavano conducendo sullo stesso filone.

Il caso Abu Omar ha visto anche il coinvolgimento del Sismi e lo stesso Bob Lady, in quanto numero uno della Cia a Milano, è stato al centro dei contatti con i servizi italiani. A settembre, infatti, la Cassazione ha condannato per favoreggiamento anche due ex funzionari del Sismi, mentre ha rinviato ad altro processo in Corte d’appello gli ex vertici del Servizio segreto militare Nicolò Pollari e Marco Mancini, poi condannati il 12 febbraio scorso a 10 e 9 anni di reclusione, mentre altri tre 007 italiani sono stati condannati a sei anni.

Sempre la Corte d’appello milanese, in un processo stralcio, ha ribaltato a febbraio la sentenza di primo grado per Jeff Castelli, ex capo della Cia in Italia, e per altri due ex agenti Usa, 6 anni, che il tribunale aveva prosciolto. Il caso Abu Omar ha prodotto anche 7 conflitti di attribuzione di fronte alla Consulta tra magistrati e governo sul nodo del segreto di stato: uno è tuttora aperto.

Silenzio assoluto a Panama su arresto
E’ silenzio assoluto a Panama sull’arresto di Robert Seldon Lady, l’ex capocentro della Cia a Milano condannato per il sequestro dell’imam Abu Omar. Ore dopo l’annuncio da Roma della cattura, le autorità panamensi mantengono il riserbo totale sulla vicenda, senza confermare nemmeno se l’ex agente americano è stato fermato alla frontiera con il Costa Rica.

La notizia dell’arresto è stata diffusa dalla stampa locale esclusivamente in base a brevi lanci di agenzia datati da Roma, che citano le dichiarazioni della ministro di Giustizia Anna Maria Cancellieri, senza minimamente citare fonti locali. I titoli delle edizioni online dei principali quotidiani locali – La Prensa, Critica, Dia a Dia – sono ancora concentrati sulla vicenda della nave nordcoreana proveniente da Cuba bloccata da venerdì scorso all’ingresso atlantico del Canale di Panama dopo la scoperta di materiale bellico non dichiarato nella stiva.

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