Ue vede l’uscita dalla recessione. Prosegue la stretta al credito

ROMA – L’Eurozona potrebbe affrancarsi presto dalla recessione stando all’ultima rilevazione dell’indice manifatturiero ‘Pmi’, tornato a segnalare crescita per la prima volta in due anni. Ma nonostante la liquidità a pioggia distribuita dalla Bce alle banche il ‘credit crunch’, la stretta creditizia verso l’economia reale, continua a mordere. L’indice ‘Pmi’, il più accreditato anticipatore dell’andamento del Pil basato sulle interviste ai manager dell’industria privata, è rimbalzato a sorpresa.

La rilevazione ‘flash’ per l’Eurozona è balzata questo mese a 50,4 da 48,7 di giugno, segnando il massimo di 18 mesi e tornando sopra la soglia dei 50 punti, che separa la contrazione dall’espansione dell’attività, per la prima volta in due anni. Una risultato che contrasta con quello della Cina (Pmi in calo a 47,7, terzo mese in negativo per l’industria) e che ha colto di sorpresa gli analisti più ottimisti, di pari passo con l’andamento del terziario, a 49,6 da 48,3, meglio del previsto. Segnali di luce in fondo al tunnel che, tuttavia, nascondono un’Europa al traino della Germania (Pmi manifatturiero e servizi oltre le attese e sopra 50) e, a sorpresa, della Francia che fa meglio delle attese, anche se i senza lavoro a giugno sono aumentati di quasi 15.000 unità a 3,28 milioni, un record) ma gran parte delle economie del Sud Europa sono ancora bloccate in recessione.

Secondo Unicredit, è il segno ”che la ripresa che sta guadagnando velocita’ è ben radicata”. Altri economisti invitano a non fare lo stesso errore d’inizio 2012, quando i segnali di ripresa del Pmi furono seguiti da una netta caduta: c’è il rischio che pesi la svalutazione dell’euro, il ciclo delle scorte, il ruolo delle iniezioni di fondi pubblici nell’economia. Quegli stessi economisti guardano allarmati all’andamento del credito: mentre cresce l’offerta di moneta da parte della Bce misurata da M3 (+2,9% a maggio), i prestiti delle banche al settore privato continuano ad essere in profondo rosso. L’ultima indagine trimestrale della Bce mostra una percentuale netta di 7% di banche che hanno modificato in direzione restrittiva i parametri per concedere prestiti nei tre mesi a giugno, sullo stesso livello del trimestre precedente, anche se la stretta si allenta per i consumatori.

Bankitalia, nella sua rilevazione su otto delle principali banche italiane, vede però qualche spiraglio: ”Nel secondo trimestre del 2013 le politiche di offerta dei prestiti alle imprese sono divenute lievemente più restrittive”, tuttavia ”nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si interromperebbe nel trimestre in corso”, e in particolare si è ”interrotto l’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, riflettendo le prospettive meno sfavorevoli per il mercato immobiliare”.

L’uscita della recessione dell’Eurozona si delinea una volta ancora a due velocità, ma per i mercati i dati di ieri sono motivo per comprare. Aiutate anche dai risultati migliori delle attese di Apple, le borse europee chiudono ai massimi da maggio, con Madrid (+1,47%) e Milano (+1,26%) in testa seguite da Francoforte (+0,78%) e Parigi (+1%). Per i titoli di Stato prevalgono le vendite, con il rendimento del Btp decennale in rialzo di un centesimo a 4,37%. Ma lo spread scende a 272, complice il rialzo generalizzato dei rendimenti che colpisce anche il bund tedesco.

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