Letta: “Basta capitali all’estero”

ROMA – Il clima è cambiato e portare i capitali all’estero non sarà più così semplice. Gli italiani lo sappiano. La lotta ai paradisi fiscali, Svizzera compresa, sarà ”senza quartiere”. E’ una promessa, ma per alcuni suonerà quasi come una minaccia, quella del presidente del Consiglio, Enrico Letta, sull’evasione fiscale. Il tema fisco é anche al centro dell’incontro con i leader di Cgil, Cisl e Uil: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno varcato il portone di Palazzo Chigi per chiedere di superare il tema Imu-Iva e prevedere anche sgravi sul lavoro.

Ma è la crociata contro l’evasione al centro della giornata di Letta che ha colto l’occasione di una visita all’Agenzia delle Entrate insieme al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per passare al contrattacco ed andare dritto al punto.

– In tempi di recessione economica – ha evidenziato – è inutile nascondersi che uno dei freni alla competitività e alla crescita del Paese è proprio l’economia in nero. Una sorta di ‘doping’ per chi evade. E i capitali portati dagli italiani nei paradisi fiscali, che siano appena al di là del confine o nelle isole esotiche, non sono altro che risorse sottratte al Paese e alla soluzione dei problemi fondamentali dell’Italia, a partire dal debito pubblico e dall’eccessiva pressione fiscale.

Basta lassismo dunque, basta chiudere un occhio. La lotta all’evasione è essenziale per rilanciare la crescita, per ridare credibilità all’Italia, come ha spiegato il direttore dell’Agenzia Attilio Befera, ma anche per alleviare gli italiani dal peso delle tasse.

– Tutti i soldi che verranno dalla lotta all’evasione saranno utilizzati per abbassare la pressione fiscale – ha annunciato Letta, alle prese ormai da mesi con il nodo delle coperture per Imu e Iva, ma anche dalla necessità di intervenire in qualche modo sul cuneo fiscale -. Gli italiani che hanno portato i soldi all’estero devono sapere che il clima è cambiato e che conviene anche a loro riportare i soldi in Italia – ha avvisato chiaramente il premier.

E stavolta il governo può contare su alleati preziosi all’estero: ben 2 degli ultimi 3 vertici internazionali (G8 in Irlanda del Nord e G20 a Mosca) sono stati dedicati al tema dell’evasione e dell’elusione fiscale, ha ricordato ancora Letta, lanciando un ulteriore avvertimento:

– La situazione internazionale non consente più di avere le coperture avute finora.

Un affondo a cui ha dato manforte Saccomanni.

– Anni fa l’Italia era isolata, ma oggi c’è una sostanziale identità di vedute nel G20 – ha spiegato il ministro dell’Economia. Anche la Svizzera sta per capitolare ed è ormai pronta a cooperare.

Mai come oggi il governo è del resto a caccia di risorse per arginare gli effetti della crisi e stimolare la crescita. Nonostante l’invito di Letta ad un utilizzo ”parsimonioso” delle risorse pubbliche, che non devono più essere impiegate con la ”faciloneria” a cui si è assistito finora per interessi politici o di lobby, la nuova spinta alla spending review potrebbe non essere sufficiente. Oltre a Imu e Iva, ci sono anche le questioni esodati e rifinanziamento degli ammortizzatori. E poi c’è la volontà, avvertita da più parti come una necessità, di intervenire sulle tasse sul lavoro.

L’incontro tra Letta e i sindacati è stata non a caso una riunione a tutto tondo non solo sull’occupazione, ma sul nodo fisco. Una riunione richiesta dai sindacalisti perchè il governo non si limiti ad esaminare sole Imu e Iva, tralasciando il lavoro. Il governo si è impegnato ad affrontare il nodo entro la stagione estiva, hanno spiegato i leader sindacali.

– L’obiettivo – ha esplicitato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – è proprio una ridistribuzione fiscale che guardi al lavoro.

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