Egitto: Bonino agli italiani, evitare le escursioni ed il Sinai

ROMA – Niente panico, ma prudenza. E, soprattutto, no alle escursioni. Il ministro degli Esteri Emma Bonino invita le decine di migliaia di italiani in vacanza in Egitto a restare nei resort sul Mar Rosso di Sharm el Sheikh, Marsa Alam e Dahab e ad evitare gite nella polveriera del Sinai. “A tutti gli italiani che si mettono in viaggio” ed in particolare ai 20mila connazionali che si trovano nel Paese per turismo “ma non solo”, la titolare della Farnesina chiede anche di “registrarsi sul sito viaggiaresicuri.it” e ricorda che è un servizio che non vuole essere “intrusivo” nella privacy di nessuno ma che è “molto importante”. Raccomandazioni cui si aggiunge il “warning” dell’Unità di Crisi che “sconsiglia” i viaggi “con destinazioni diverse dai resort situati nelle località turistiche del Mar Rosso, “suggerisce fortemente” di “evitare escursioni fuori dalle installazioni turistiche ed in particolare nelle città (le autorità di sicurezza del sud Sinai hanno stabilito il divieto per gli autobus turistici di circolare nelle ore notturne sulle strade principali di collegamento fra le diverse località turistiche)”.

Inoltre, “a causa della presenza di un quadro di sicurezza altamente precario in Nord Sinai, si sconsigliano viaggi e spostamenti in tale regione”.

– Non dobbiamo creare nessun panico, è solamente un elemento di prudenza – sottolinea Bonino. E aggiunge che “le agenzie (di viaggi, ndr) stanno riducendo le escursioni fuori dai resort”.

La titolare della Farnesina intende evitare allarmismi, e quindi non lo dice esplicitamente. Ma, oltre agli attentati che “sono sempre di difficile interpretazione”, il timore, nella caldissima – e non solo per la temperatura – penisola sul Mar Rosso, è quello di sequestri difficilmente gestibili. Addio, quindi, alle passeggiate nel “Canyon colorato” e alle sue arenarie striate di rossi ed ocra. Basta con le levatacce mattutine per arrivare al Monastero di Santa Caterina con il “roveto ardente” e alla biblica montagna di Mosè. E niente più cene in tenda con relativa passeggiata a dorso di cammello sotto le stelle del deserto. Smesse le vesti degli intrattenitori dallo sguardo intrigante e misterioso, i beduini dell’area pensano a tutt’altro. Il ministro, che in Egitto ha vissuto, lo sa bene. Ed ora, dal vertice della diplomazia, lo sa anche meglio.

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