Pdl sotto choc. Letta: “Prevalga l’interesse per l’Italia”

ROMA – Un terremoto politico che scuote partiti, maggioranza e governo. La condanna definitiva di Silvio Berlusconi decisa dalla Cassazione non solo mette il Cavaliere di fronte alla prospettiva di passare i prossimi dodici mesi agli arresti domiciliari ma rischia di minare le basi dell’alleanza delle larghe intese. Il Pdl è sotto choc per una sentenza che colpisce violentemente il suo leader storico. Il partito è agitato dalle pressioni dei falchi che vogliono dar vita a proteste eclatanti, dalle dimissioni dei ministri all’abbandono del Parlamento. Qualcuno, come la sottosegretaria Michaela Biancofiore, brucia i tempi e annuncia di andare a rimettere il mandato non da Letta ma ”nelle mani di Berlusconi”.

Per la sopravvivenza del governo tutto dipende dall’atteggiamento che avrà Berlusconi. Se manterrà la promessa di tenere al riparo Palazzo Chigi dall’esito del processo Mediaset non ci saranno problemi, ma in caso contrario la strana maggioranza non reggerebbe all’urto. Il governo Letta affronta una situazione gravida di incognite. C’è grande incertezza su quello che potrà accadere nei prossimi giorni.

Dalla sua Letta ha ancora una volta il sostegno di Giorgio Napolitano, che invita ad affrontare la situazione con freddezza: il capo dello Stato chiede rispetto per il lavoro della magistratura, dando l’altolà alle tentazioni dell’ala ”barricadera” del Pdl. Napolitano vuole che continui quel clima di ”serenità e coesione” che ha consentito finora al governo di andare avanti. E riconosce a Berlusconi di essersi comportato, in questo difficile frangente, con compostezza: ”il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti”, osserva il presidente della Repubblica. Ma ora bisogna andare avanti su questa strada: il bene supremo da tutelare a ogni costo è la stabilità del governo. Un governo che non può essere messo in discussione in questa fase cruciale per il futuro del paese. Letta sposa in pieno la linea del colle. ”Per il bene del paese è necessario che il clima di serenità e l’approccio istituzionale facciano prevalere l’interesse dell’Italia sugli interessi di parte”, si legge nella nota che il premier fa diffondere in serata.

Ma le forze politiche che hanno finora collaborato nel governo di larghe intese sono in preda a una fibrillazione difficile da tenere sotto controllo. Anche chi vuole che il governo non faccia naufragio , non può ignorare una sentenza che prevede la detenzione di Berlusconi, o nel migliore dei casi il suo affidamento ai servizi sociali.

Il segretario del Pd Epifani sottolinea subito che ”la sentenza va rispettata, eseguita e applicata”. I democratici sperano che Berlusconi non assecondi i falchi.

– Il PD, proprio per il rispetto che si deve alla separazione dei poteri – dice Epifani – chiede a tutte le forze politiche, e al PDL in particolare, in un momento tanto delicato, di esprimere comportamenti rispettosi delle funzioni e dei poteri della Corte di Cassazione.

Epifani scarica sul Pdl la responsabilità di tenere in vita il governo:

– Seguiremo con attenzione il comportamento del PDL, sapendo che un atteggiamento responsabile rafforzerebbe l’opportunità di tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche e di Governo.

Ma il Pd deve fare i conti anche sulla pressione che gli viene dal lato sinistro: Nichi Vendola spinge per una presa d’atto che l’alleanza Pd-Pdl non può più reggere. Ad esultare senza problemi è invece Beppe Grillo: “Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989”.

Videomessaggio di Berlusconi tra rabbia e commozione
Lo studio è quello di sempre, a Palazzo Grazioli, quello da cui ha già letto altri video messaggi alla nazione, soprattutto in vista delle campagne elettorali. Ci sono la bandiera italiana e quella dell’Europa sullo sfondo e la scrivania di legno massello resta sempre in primo piano. Ma stavolta l’atmosfera è completamente diversa.

Berlusconi, vestito con il solito doppiopetto blu, combatte tra rabbia e commozione quando legge il discorso che ha scritto per commentare la sentenza della Cassazione che conferma la condanna a 4 anni di reclusione per la vicenda Mediaset. Una sentenza, osserva, che è la ”prova” di come una ”parte della magistratura sia irresponsabile”. Il tono è duro. Il Cavaliere non sembra aver voglia di fare passi indietro (”resteremo in campo con Forza Italia”). Anche se gli si incrina un pò la voce quando conferma agli italiani che dovrà scontare la condanna agli arresti domiciliari proprio ora ”che sono quasi al termine della mia vita attiva”.

Niente sorrisi, dunque, nè ironia. Solo amarezza e mani nervose che reggono i fogli degli appunti. E alla fine una smorfia quasi di dolore.