Pressing del Pdl, chiede la grazia. Il Cav rilancia minacciando il voto

A poche ore dalla sentenza della corte di Cassazione il Pdl prova a blindare Silvio Berlusconi chiedendo la grazia a Napolitano. E il Cav si presenta all’assemblea dei parlamentari chiedendo loro di tenersi pronti a tutto anche all’ipotesi delle elezioni, mettendo sul piatto l’impellente riforma della giustizia. Una soluzione che il partito è disponibile a prendere in considerazione solo dopo aver tentato il tutto e per tutto anche, appunto, chiedendo a Giorgio Napolitano la grazia per il suo leader.

La richiesta sarà sollecitata dai due capigruppo pronti a chiedere un appuntamento al Colle appena il Capo dello Stato sarà rientrato dalle vacanze in montagna. Raccontano che il Cavaliere sia stato in dubbio fino alla fine se prendere parte o meno all’incontro. Dopo un pranzo con i fedelissimi a via del Plebiscito e dopo aver ricevuto la visita di due dei figli di Veronica, Barbara e Luigi, l’ex premier alla fine convinto dalla fazione più interventista ha deciso di presentarsi all’incontro con il gruppi. Una riunione in cui raccontano i presenti non sono mancati momenti di commozione.

La strategia dell’ex capo del governo però al momento non è ancora del tutto definita. E come spesso accade in questi casi Berlusconi preferisce giocare su più tavoli. Se da un lato infatti l’ex premier è il primo a ‘caricare’ i suoi chiedendo di prepararsi ”alle elezioni per vincere” e mettendo come punto fermo ”la riforma della giustizia”, sempre l’ex capo del governo invita ad evitare decisioni affrettate: “Nessuna soluzione immediata”. Insomma come al solito a metà tra i cosiddetti falchi e le colombe. Tant’è vero che diversi parlamentari pidiellini andando via confidano di non aver ben capito quale fosse alla fine la decisione presa.

Un risultato immediato comunque l’ex capo del governo l’ha ottenuto e cioè quello di alzare enormemente il livello della tensione nella maggioranza con il Partito Democratico. Insomma una guerra di nervi anche perchè – spiega chi è di casa a palazzo Grazioli – il Cavaliere non vuole intestarsi in prima persona la fine dell’esecutivo. Che siano dunque i Democratici a fare la prima mossa. E che la temperatura sia destinata a salire lo dimostra in modo particolare la ‘mossa’ studiata dai due capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani di fare pressing sul Quirinale affinchè il capo dello Stato conceda la grazia a Berlusconi ed eviti, come hanno detto entrambi, che ”ci sia un vulnus nella democrazia e che 10 milioni di elettori restino senza il loro leader”.

In caso di decisione negativa da parte del Colle, il Pdl, stando a quanto raccontano, sarebbe pronto a lasciare non solo le Aule parlamentari ma anche ”i posti nel governo”. La decisione non sembra comunque convincere tutti. Sia Maurizio Lupi che Gaetano Quagliariello invitano alla prudenza: “Berlusconi ci ha detto che prima viene il Paese, nessuna decisione affrettata”, e’ il commento del ministro per le Riforme. La temperatura insomma è destinata a salire anche dentro il partito. In stand by resta per ora l’ipotesi di tenere domenica a Roma una manifestazione. L’idea al momento resta solo sulla carta e nel corso della riunione dei gruppi non se ne è fatto accenno.

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