Maroni: ‘Non viene a festa? Ha capito che sbaglia’. Kyenge: “Ius soli temperato”

MILANO – ”Secondo me sbaglia lei, perchè il confronto è sempre utile: immagino si sia resa conto che molte delle cose che dice sono sbagliate”: lo ha detto Roberto Maroni rispondendo sulla decisione del ministro Kyenge di non partecipare alla festa della Lega a Milano Marittima.

– Ha detto di no, ne prendiamo atto e fine delle trasmissioni – ha detto Maroni in merito alla decisione del ministro Kyenge. Interpellato a una conferenza stampa in Regione Lombardia, il segretario della Lega si è detto convinto che ”lei si sia resa conto che molte delle cose che dice sono sbagliate, mentre la nostra posizione contro lo ius soli non solo è rispettabile ma anche utile. Per questo – ha aggiunto – credo abbia deciso di non venire alla nostra festa.

E a chi gli faceva notare che aveva promesso di telefonare alla Kyenge e di non averlo fatto, Maroni ha replicato:

– Mi ha preceduto lei. Anzi – ha concluso di fronte a un’ulteriore domanda dei giornalisti -, non c’è stata ‘nessuna telefonata ritardata, l’avrei fatta prima della festa.

A stretto giro di posta, la replica della ministro Kyenge, sempre molto pacata, elegante anche se con una grossa dose di ironia:

– Maroni? E’ strano che un governatore di una regione così importante trovi ancora tempo per fare polemiche.

La ministro Kyenge ha poi aggiunto:

– Io vado avanti con il programma di governo, le polemiche vanno lasciate alle spalle.

In precedenza parlando con alcuni giovani organizzatori del Regulation Camp 2013 in corso a Paestum (Salerno), il ministro aveva detto, parlando della rinuncia alla partecipazione alla festa della Lega:

– Diciamo che mi sono guadagnata un week end libero. Sono tre mesi che giro. Resto a Paestum stanotte e riparto domani con calma.

Sulla polemica è intervenuta anche Laura Boldrini, durante la commemorazione della strage di Bologna, con un accorato interrogativo accompagnato da un applauso fragoroso:

– Possiamo pensare che questo Paese sia pacificato se ancora oggi vi sono uomini delle istituzioni che offendono deridono una donna nera che fa bene il suo mestiere di ministro? L’intolleranza genera mostri e a questi mostri dobbiamo sempre sapere opporre il senso alto della nostra civiltà – ha aggiunto il presidente della Camera – rifiutando le provocazioni, non cadendo nella trappola dell’odio. Il paese ha bisogno di più coesione non di più odio.

– Il governo propone uno ius soli temperato – ha spiegato il ministro Keynge -. Non si tratta di una formula netta, con la quale una donna straniera, appena arrivata in Italia, può partorire un bimbo italiano. Il riconoscimento della cittadinanza è concesso al bimbo solo in base al legame che già da tempo la sua famiglia ha coltivato con il nostro Paese.

Per il ministro dell’integrazione Cecile Kyenge ”di fronte a questa proposta il dibattito, libero da pregiudizi, può essere molto più sereno. In Italia – dice in un’intervista al Mattino – vivono già tanti giovani di seconda generazione: assurdo ignorarlo”.

Parlando della polemica con la Lega, ”io sono un ministro della Repubblica italiana: chi ha insultato me ha offeso l’istituzione che rappresento”.

– Il mio rammarico non riguarda la mia persona, ma il fatto che all’estero si possa finire per accreditare l’immagine di un Paese ancora fermo a vecchi stereotipi e ad antiche discriminazioni razziali.

Pur avendo declinato l’invito del Carroccio, la titolare dell’immigrazione ribadisce la ”disponibilità al dialogo e al confronto, ammesso però che si creino le adeguate condizioni”.

Nell’intervista Kyenge spiega il piano triennale contro il razzismo e la xenofobia.

– Non riguarderà soltanto gli stranieri, ma anche gli italiani di origine straniera – dichiara -. Da una parte vogliamo che siano applicati gli strumenti legislativi esistenti, sia quelli nazionali che internazionali, compresa la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite. E dall’altra cercheremo di promuovere la diffusione di tutto questo nelle scuole e nei posti di lavoro.

Il piano, conclude, ”approderà a ottobre in Consiglio dei ministri”.

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