Festa all’Olimpico per Italia-Argentina

ROMA – In prossimità della notte di San Lorenzo ogni desiderio può essere espresso, anche il più impensabile. “Santo Padre, la aspettiamo all’Olimpico”: se non sarà vinto dall’emozione, lo farà Cesare Prandelli quell’invito che tutti hanno in testa e nessuno osa evocare. L’occasione è l’udienza delle nazionali di Italia e Argentina da Papa Francesco, oggi, alla vigilia dell’amichevole organizzata in onore del primo pontefice argentino.

Il Papa allo stadio, per seguire ‘solo’ una partita di calcio: quel che appena qualche mese fa sembrava appartenere al regno dell’assurdo oggi è almeno possibile sognarlo. Un innocente desiderio inespresso, quasi impossibile da realizzare Un Papa che rompe gli schemi e ribalta sempre le previsioni. Il prete di strada che qualsiasi uomo sperduto considererebbe fortuna incontrare nella vita di ogni giorno. Il Papa della gente, appassionato dello sport più democratico che c’è. Così, all’improvviso, anche l’eccezionale potrebbe diventare normale. Almeno, è bello anche solo immaginarlo.

La Roma di Ferragosto si è riaccesa di entusiasmo, tra Messi e gli altri beniamini: tutti insieme nello stesso albergo come non capita mai tra avversari, perchè questa non è un’amichevole come le altre. E tutto, o quasi, si può immaginare. Ad alimentare il desiderio da stella cadente c’è la passione di Juan Mario Bergoglio per il calcio, lo sport più popolare d’Argentina: sostenitore del San Lorenzo de Almagro, squadra di Baires fondata da un salesiano e che veste i colori del mantello della Madonna, il Papa ha ancora la tessera n.88235, spesso da vescovo-tifoso era in tribuna la domenica nello stadio del quartiere di Boedo. E quando a Roma, già vestito di bianco, ha ricevuto la maglia del suo club oltre a benedirla non si è trattenuto dall’aggiungere: “E che vinca il San Lorenzo…”.

Bergoglio da ragazzo giocava a calcio, assicurano d’altra parte i dirigenti argentini. “Se non mi emoziono, glielo chiedo. E spero mi dica di sì, certo che ci spero”, confessa ora Prandelli alla vigilia di un’udienza papale che vedrà in fila 200 persone, tra giocatori e dirigenti.

Nella sua terra, è Francesco-mania dal primo giorno. La febbre è salita di pari passo con l’avvicinarsi dell’incontro: la presenza di Bergoglio in tribuna è stata più volte evocata ed auspicata, senza nascondere la delusione quando padre Lombardi nei giorni scorsi ha detto: la presenza del Santo Padre allo stadio non è prevista. Così si sono dilatate a dismisura le ipotesi, come quella di una partitella dimostrativa nel cortile di San Damaso: roba da far invidia alla fantasia creativa di Nanni Moretti, e dunque neanche meritevole di smentite ufficiali della Santa Sede. Il fatto è che l’Argentina ora, ancor più dell’Italia che pure ha lanciato l’idea di una partita per il Papa-tifoso e ha vinto le resistenze della federazione d’oltre Oceano, ha una gran voglia di abbracciare il suo simbolo.

La conferenza stampa di Messi, Sabella, Prandelli e Buffon annunciata per oggi dopo l’udienza nasce da una richiesta esplicita degli argentini. E l’Italia? Nessun invito formale o ufficioso è stato mai per rispetto. Ma in federcalcio sono pronti a qualsiasi segnale, anche a poche ore dalla partita. E il piano di sicurezza delle forze dell’ordine è sempre pronto. I biglietti venduti sono 25.000, ci si prepara all’impennata semmai dovesse cambiare qualcosa. D’altra parte è stata proprio la federazione italiana a volere fortemente questa partita e sin dal primo momento il sogno inespresso era quello: rivedere un Papa allo stadio, dopo il Giubileo degli sportivi del 29 ottobre 2000 in cui Giovanni Paolo II benedisse un incontro tra l’Italia di Trapattoni e una All Star di stranieri della serie A. Stavolta sarà diverso: non un appuntamento istituzionale, ma un omaggio al Papa che segna una svolta.

“La sua bellezza è che anche i non credenti sono scossi dalle sue parole”, le riflessione di Prandelli.

Oggi tutti nella sala Clementina della Città del Vaticano, Messi con Balotelli, Buffon con Di Maria, Higuain e Pirlo, a rendere omaggio e sperare nel dono di una parola semplice e profonda. Il sì all’invito annunciato da Prandelli, assicurano fonti ben informate, davvero non arriverà. In ogni caso la figura di Francesco si avvertirà, sul cielo dell’Olimpico. E guardando le stelle sarà lecito esprimere qualsiasi desiderio.

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