La Puglia, tra emigrazione e internazionalizzazione (prima parte)

CELLINO SAN MARCO (Brindisi) – Si è conclusa nei giorni scorsi, con grande successo e attenzione da parte delle Istituzioni, del mondo diplomatico e dei media, la Settimana di promozione della Puglia nel mondo “Ospitalità: dalla Terra dei Messapi al Salento” – svoltasi dal 27 luglio al 3 agosto – con l’organizzazione di un Educational Tour volto alla scoperta e alla valorizzazione del territorio salentino, sempre più mèta – per il suo patrimonio storico, architettonico, artistico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico – d’un turismo appassionato al quale si uniscono i pugliesi emigrati nel mondo con i loro “Viaggi del Ritorno”, per quel sempre vivo senso d’appartenenza e orgoglio delle proprie radici. Un mix che nella Settimana pugliese ha richiamato a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, l’attenzione di opinion leaders e personalità della cultura, della diplomazia e dell’imprenditoria internazionale. Già l’emblematico titolo del Progetto, “Ospitalità: dalla Terra dei Messapi al Basso Salento”, rimanda ad una delle più connotative caratteristiche di questa terra le cui origini magnogreche – nel segno d’una dimensione migratoria e culturale che sin dal VIII sec. a.C. presentava quel fenomeno della mescolanza di elementi etnici comune a quasi tutte le colonie greche – evocano e conferiscono humus, in risonanza, al radicato senso dell’ospitalità della gente di Puglia. Caratteristica storico-identitaria di apertura all’Altro, allo “Straniero”, o all’Ospite – a seconda della prospettiva e delle categorie di osservazione ontologico-ermeneutiche adottate – che, dal passato al presente, vedono in colui che arriva da un Altrove, una straordinaria occasione per esprimere un “comportamento mentale” capace di ampliare la propria ‘visione del mondo’, richiamandosi a quella legge etica e morale non scritta, eppure sempre presente, del valore sacrale dell’Ospitalità.
Puglia: Medaglia d’oro
al Merito Civile
Caratteristica autorevolmente confermata, molti secoli dopo, dalla Presidenza della Repubblica che il 10 maggio 2000 ha conferito alla Puglia la Medaglia d’Oro al Merito Civile – onorificenza che si tributa a Città, Comuni,  Province,  Regioni, decorate con Medaglie al Merito Civile, a fronte di specifici atti di straordinaria abnegazione delle comunità durante la guerra, le calamità naturali o altre tragedie – con una motivazione che rende orgogliosi tutti i Pugliesi, in Italia e nel mondo: “In occasione dei massicci e ripetuti episodi di immigrazione clandestina, l’intera popolazione della Puglia dava prova collettiva di civismo e di forza morale. Con straordinaria abnegazione privati cittadini, comuni, province e Istituzioni offrivano il loro determinante contributo e incondizionato impegno in soccorso dei numerosissimi profughi arrivati sulle loro coste in condizioni disperate. Operando generosamente per accorrere in aiuto dei più deboli, la Comunità tutta offriva alla Nazione splendido esempio di grande solidarietà sociale e nobile spirito di sacrificio”. Un’onorificenza emblematica alla comunità pugliese che, estensivamente, per il suo credo nell’Accoglienza e nell’Ospitalità, diviene assimilabile, sul piano della scala valoriale degli universali ideali etici e solidaristici, alla straordinaria comunità di Lampedusa, che non a caso Papa Francesco – nella forte simbologia d’ogni sua azione – ha scelto come mèta della sua prima visita, scagliandosi contro “la globalizzazione dell’indifferenza” e rendendo quel lembo di terra affacciata sul Mediterraneo non più l’ultima frontiera d’Italia, ma la prima tappa del suo primo viaggio. Il gesto pregnante di un Pontefice “rivoluzionario” ci indica – nel suo costante invito alla compartecipazione inclusiva verso l’Altro – l’unica via possibile per abitare il cambiamento verso una società “mondiale”, più aperta e solidale. L’unica via per saper autenticamente essere al mondo. In questo senso, la solennità della motivazione che nel 2000 ha accompagnato il prestigioso riconoscimento decorando la Puglia  con la Medaglia d’Oro al Merito Civile, nel dare misura d’una non comune vocazione culturale e comportamentale di questa regione, non è meno significante della solennità del patrimonio di cui la regione è portatrice sotto molteplici e ulteriori aspetti, tutti ugualmente incardinati nel suo denso, fecondo, archetipico genius loci.

La storia millenaria
Genius loci come identità fondativa che nutre il Sé di una comunità, come le radici fondanti che strutturano e plasmano la ‘visione del mondo’ di un popolo. Come l’identità pugliese, che può vantare una stratificata e impareggiabile storia millenaria contrassegnata dall’architettura barocca a Lecce e in tutta l’area salentina, sviluppatasi per un secolo e mezzo a partire dalla fine del XVI secolo, oggi inserita nelle “Tentative Lists” dell’UNESCO in attesa che le città del Salento entrino a far parte del Patrimonio dell’Umanità. Come le importanti tracce gotiche della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, accanto alla quale spicca il Romanico pugliese, che raggiunse il suo massimo splendore tra XI e XIII secolo. Come l’impareggiabile impronta della Magna Grecia, custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che si fregia d’una collezione di manufatti dell’epoca tra le più grandi, tra cui i famosi Ori. Come la Valle d’Itria con i suoi caratteristici trulli di Alberobello, le tipiche abitazioni in pietra a forma di cono. O la superba rete castellare sveva, dove Castel del Monte è ambita mèta turistico-culturale. Come pure, cambiando scenario, il patrimonio paesaggistico e naturalistico della Puglia, che vanta due Parchi nazionali e diverse aree marine protette, insieme alle famose Grotte di Castellana, all’arcipelago delle Tremiti a largo della costa garganica, al Golfo di Taranto, che vede oggi ritornare i delfini nelle proprie acque, grazie a un progetto di ricerca scientifica universitaria di valorizzazione della flora e della fauna nel Mar Ionio denominato “I delfini di Taranto”, premiato all’ultimo Big Blu, Salone internazionale della Nautica e del Mare tenutosi a Roma nel febbraio 2013. Dal mare alla terra: la Puglia e le sue distese di olivi millenari, paesaggi oggi considerati “monumenti” e pertanto candidati all’UNESCO a diventare parte del “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, ma da sempre fonte di reddito agricolo e testimonianza storico-culturale e ambientale di questa regione, fino a diventare “cifra” estetico-antropologica non meno dei caratteristici e inconfondibili ‘muretti a secco’ di Puglia, tra i primi esempi di manufatto umano, presenti in tutte le culture del pianeta per delimitare poderi, uliveti e vigneti, e qui punteggiati da rigogliosi grappoli di fichi d’India giallo-arancione o sanguigno rosso porpora, caratterizzando il paesaggio pugliese e, con esso, il Mediterraneo di cui questa regione è sempre più decisivo e splendente baricentro geografico-culturale.

Emigrazione
e Feste del Ritorno
Opportunamente ispirato a tale sfaccettato e ricco patrimonio identitario, il Progetto “Ospitalità: dalla Terra dei Messapi al Salento” vede tra i propri obiettivi quello d’accrescere l’offerta turistica in Puglia attraverso l’organizzazione dell’Educational Tour che, ideato e realizzato dal Comune di Cellino San Marco e da alcune località delle province di Brindisi e Lecce, ha promosso la valorizzazione del territorio salentino, peraltro già molto apprezzato in Italia e all’estero. L’Ambasciatore della Repubblica d’Albania, Neritan Ceka, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, il cantante Al Bano Carrisi, il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz, la giornalista scrittrice e studiosa di emigrazione, Tiziana Grassi, di origini tarantine, sono stati tra gli ospiti invitati a questa iniziativa di respiro culturale internazionale, accomunati da un vivo, partecipe interesse per il Salento e le sue potenzialità. Un’iniziativa organizzata in concomitanza della festa patronale nota anche come “Festa dell’Emigrante” di Cellino San Marco, con i festeggiamenti del Patrono, San Marco appunto, che ha visto ritornare nei luoghi natii – come antica tradizione d’ogni terra di emigrazione – numerosi cellinesi sparsi nel mondo. Un gesto di grande sensibilità ed attenzione da parte della Municipalità di Cellino San Marco verso la propria comunità che risiede all’estero. L’Emigrazione e le “Feste del Ritorno”, densa e ampliante categoria antropologica: perché l’emigrazione – e lo sa bene chi quest’esperienza performativa la porta sulla propria pelle attraverso il tempo, lo spazio e le generazioni – è stata in passato per gli Italiani, come lo è oggi per gli immigrati, un lungo cammino fatto di ‘viaggi’, nella duplice dimensione materiale e spirituale. Viaggi interiori, che assumono il significato – nella navigazione a vista dell’esistenza umana – di ‘cartografia dell’anima’, inquieta e palpitante bussola di orientamento verso nuove mappe migranti cognitivo-esperienziali.

Durante i 7 giorni del Progetto “Ospitalità: dalla Terra dei Messapi al Salento – Educational Tour”, gli ospiti sono stati accompagnati in percorsi che hanno spaziato dalle visite al sito archeologico di Muro Tenente, a Mesagne, alle Colonne Romane di Brindisi, dai trulli di Alberobello al Barocco di Lecce, dal Museo Messapico di Cavallino  al Parco Naturale Regionale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca”, infine accolti nelle lussureggianti Tenute di Al Bano Carrisi – prestigioso testimonial internazionale della Puglia – tra eleganti filari di ulivi in prospettiva, vini prodotti dallo stesso Al Bano, piscine e ottima cucina locale. Un Progetto, dunque, che sullo sfondo dell’innato senso d’accoglienza e ospitalità di questa terra, ha tenuto necessariamente conto di ogni aspetto di Marketing integrato del Turismo, per in buon esito dell’interessante iniziativa di promozione della Puglia e del Salento in particolare. Ma il successo di questa “Settimana pugliese” non è stato solo il frutto d’un attento, lavoro organizzativo di servuction, branding o concept test. Il patrimonio storico-architettonico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico di un luogo, con la matura offerta di servizi ricettivi, pur con il proprio imprescindibile status attrattivo, da solo non può avere potere aggregante. L’appeal di un luogo – come gli studiosi di Geografia umana osservano, in ordine al complesso rapporto tra Uomo e territorio – è espresso certamente nella storia e nella cultura d’uno specifico spazio geografico, di un’area, d’un sito, di una regione. Ma il valore aggiunto che ne determina la visibilità, l’ulteriore slancio proattivo, la sua peculiare vocazione attrattiva, in definitiva il successo e la fama, risiedono in maniera rilevante nel capitale umano che quel luogo esprime; ovvero nelle persone che, con le proprie empatiche capacità relazionali, la cura e l’attenzione nei rapporti con l’Altro, hanno spiccata vocazione a saper mettere in comunicazione autentica ed emozionale persone e situazioni. Sollecitando, favorendo e vivificando scambi, collaborazioni, convergenze, adesioni e quindi propulsive sinergie, in un clima di genuina ed avvolgente accoglienza, per la quale è piacevole “sentirsi a casa”. Li chiamano “facilitatori”: sono persone speciali e preziose – tanto più in una società contemporanea contrassegnata dalla moltitudine di “linguaggi” e quindi obbligata a coerenti interpretazioni – perché, nel loro essere partecipi e informati sulle culture e sullo specifico professionale dei singoli ospiti, ma soprattutto dei nativi a cui spesso appartengono, accolgono l’evento, lo vivificano e lo ottimizzano, osservando con attenzione il contesto di riferimento, cogliendo bisogni e aspettative dell’Altro – espresse ed inespresse – e hanno cura di ogni partecipante affinché, singolarmente e insieme, tutti possano sentirsi veramente dentro le cose, parte e protagonisti.

Settimana pugliese
Un ruolo cruciale, dunque, che va ben oltre quello delle formali “Pubbliche Relazioni” e che, in occasione di questa intensa “Settimana pugliese”, è stato svolto con particolare eleganza e competenza, nel raccordo inter-relazionale, sia dalla docente di Piano e Canto, concertista e direttore d’Orchestra di fama internazionale,  Aksinja Gioia Xhoja, co-organizzatrice della “Settimana pugliese” e prezioso trait d’union tra il Comune di Cellino San Marco e l’Ambasciatore d’Albania, Neritan Ceka, sia dal valente Sottufficiale dei Carabinieri Angelo Giovanni Capoccia, originario di Squinzano, in provincia di Lecce. Insieme ai numerosi rappresentanti della Municipalità di Cellino San Marco, il Brigadiere Capoccia – grazie alla sua trentennale esperienza nell’Arma, dedicata con slancio e competenza all’organizzazione d’importanti eventi istituzionali – per la sua solare “pugliesità” e in una generosa e volontaria opera di “facilitatore” di rapporti tra gli Ospiti presenti, ha contribuito a fare gli onori di casa all’Ospite d’onore, l’Ambasciatore d’Albania Neritan Ceka, insigne docente e archeologo di fama mondiale.

L’Ambasciatore così si è espresso sulla manifestazione pugliese e sulla sua multiforme valenza antropologico-culturale, quasi evocando un antico e nuovo “Patto di Fratellanza” tra le due sponde dell’Adriatico, in una prospettiva di rapporti bilaterali tutti da promuovere o accrescere: “La Puglia era, ed è, la regione italiana più conosciuta in Albania. Dall’altra sponda, quando noi pensiamo all’Italia, la prima cosa che ci viene in mente è la Puglia. Abbiamo sempre avuto contatti con voi. Dell’arrivo – nei decenni scorsi – delle navi cariche di migliaia di profughi albanesi si conserva l’immagine indelebile, encomiabile e commovente delle vostre coste che ci hanno accolto con amorevole solidarietà e senso civico. Pugliesi sono stati i primi italiani ad aprire imprese da noi. Non è un caso, infatti, che l’unica rappresentanza diplomatica-commerciale rappresentativa dell’Italia in Albania sia pugliese. Una rappresentanza, attraverso la Camera di Commercio, che rappresenta tutta l’Italia, con sede a Tirana. Si tratta quasi di una sorta di propulsiva ‘missione’ diplomatica di vostri validi imprenditori. E i principali investimenti da noi sono pugliesi. Con l’Italia, con la Puglia in particolare, c’è una collaborazione luminosa in corso anche nel settore culturale, con l’Università di Bari, con il Politecnico, che ha realizzato studi sull’Urbanistica di Tirana, con studenti albanesi, e l’Università di Lecce, con la Facoltà di Archeologia e una Scuola di Specializzazione frequentata da tanti albanesi. Queste propulsive sinergie, dal settore scientifico a quello culturale e commerciale, sono diventate le nuove condizioni per più sistematiche collaborazioni che vanno verso il grande Progetto di Macroregione Ionico-Adriatica: progetti che vedono la partecipazione dell’Unione Europea e che aprono prospettive di rapporti sempre più forti tra le nostre due sponde nel campo dell’Energia, del Turismo, dell’Agricoltura, della Cultura scientifico-universitaria. E penso anche al grande Progetto TAP, Trans-Adriatic Pipeline, volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che connetterà Italia e Grecia via Albania, permettendo l’afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio, e, potenzialmente, del Medio Oriente. Un gasdotto che arriverà in Puglia indirizzandosi verso diversi settori e Paesi rappresentati da numerosi vice ministri esteri. Ma ci sono altri importanti legami tra la Puglia e l’Albania, e mi riferisco all’Istituto di Agronomia Mediterranea che ci vede interagire grazie alle simili e favorevoli condizioni climatico-agronomiche.”

Patto di Fratellanza
“E poi c’è Al Bano!, – ha continuato S.E. Neritan Ceka – un “ambasciatore” di Puglia straordinario e amatissimo da tutti noi albanesi. Dunque posso dire che sono molto forti e profondi i legami, anche umani, tra la Puglia e il nostro Paese, come conferma la presenza di migliaia di cittadini italiani da noi, tutti totalmente integrati nella nostra vita economica, sociale e politica. Trovo importante e significativo anche il fatto che tutti gli albanesi che arrivano in Italia passino, prima di arrivare nei vari luoghi di destinazione migratoria, dalla vostra accogliente regione, grazie a traghetti che ogni sera partono da e verso l’Albania. Quindi sono maturi i tempi per liberarci con consapevolezza dagli stereotipi del passato, da quell’epoca “da film del Novecento” con gli albanesi migranti stipati sulle navi verso l’Italia. La Puglia è una terra di paradiso dove l’attività umana è perfetta, tutta la terrà è lavorata con cura, le città sono pulite, in ordine, Cellino San Marco è un piccolo museo a cielo aperto con la sua architettura, e il calore della sua gente. Si sente nell’aria, ed è piacevole notarlo, questo facile e naturale contatto umano che c’è qui da voi. E’ emozionante vedere al tramonto, nelle stradine dei vostri paesi, passeggiando su quelle pietre bianche di antica eleganza, la gente che con amore porta le sedie davanti alla propria porta e quando tu passi davanti alle loro case ti dice ancora, accompagnandolo con un sorriso, un caloroso <Buonasera!>. Questo piace molto ai turisti che tutto il giorno sono in contatto con la modernità, con la velocità. Anche le feste, come questa a cui ho partecipato in questi giorni in onore del Santo patrono locale … Che meravigliosa partecipazione corale! E che emozione vedere tutte quelle accurate e gradevolissime luminarie, ascoltare la banda in processione per il paese, vedere quanta autentica e fervente partecipazione c’è stata nella comunità cellinese. Trovo questa coesione umana un valore straordinario del Sud, un valore che manca nelle grandi città, dove ormai si vede soprattutto gente distratta e di corsa che porta in giro il suo cane”.

(Continua nella prossima edizione)

Tiziana Grassi  e  Goffredo Palmerini

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