Alfano: “I Paesi di origine paghino il vitto deli immigrati detenuti”

ROMA – Il vitto e l’alloggio dei detenuti immigrati lo paghino gli stati di provenienza. La proposta la lancia dal Meeting di Cl, in corso a Rimini, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. E le polemiche non si fanno attendere.

– In un momento in cui la crisi economica morde è giusto porsi il problema di risparmiare in ogni ambito. Tuttavia, la proposta di Alfano – commenta Livia Turco, presidente del Forum Politiche Sociali e Immigrazione del Pd – è assolutamente strampalata, anche perché difficilmente praticabile -. Se vuole risparmiare nell’ambito delle politiche per l’immigrazione, è meglio che il ministro dell’interno riveda le strutture dei Cie che oltre a essere disumani e inefficaci sono anche molto costosi.

Sulla stessa linea Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci.

– Mi sembra una delle tante trovate elettorali della destra italiana che per anni ha fatto guai perchè non è stata in grado di produrre una legislazione giusta ed efficace sull’immigrazione. Si tratta – osserva – di una proposta irricevibile e impraticabile perché vorrebbe dire l’avvio di una trattativa internazionale di cui non si vede nè l’inizio nè la fine. Piuttosto – é l’esortazione che arriva da Miraglia – Alfano si preoccupi di fare un piano di accoglienza decente in un Paese che continua a fare stare gli immigrati in condizioni disumane: non è un caso che mentre noi abbiamo solo oggi alcune centinaia di domande di asilo dalla Siria altri Paesi accolgono migliaia di profughi da anni.

Di “boutade propagandistica per rastrellare quattro voti” parla il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella.

– Mi sembra – afferma – una enorme e anche brutale sciocchezza. In primo luogo non tiene conto che in altre epoche, e anche ora, noi siamo un Paese di emigrazione. Ci sono 3.000 detenuti italiani all’estero, compresi i marò. Se decidessero una cosa simile gli altri Stati cosa direbbero i nostri esponenti di centro-destra? Poi, non si tiene conto che i motivi per cui tanti di questi immigrati sono in carcere sono il frutto di leggi ingiuste che hanno creato sacche di illegalità. La Bossi-Fini andrebbe – sostiene Gonnella – profondamente riformata. Una bella fetta di questi ingressi in carcere è causata dai rigori ingiustificati di quelle norme, più dure rispetto ad altre legislazioni”.

Voce fuori dal coro Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe.

– Sicuramente la proposta di Alfano è condivisibile, ma io – dice – andrei oltre: i detenuti stranieri dovrebbero scontare la pena nel loro Paese. Di detenuti immigrati ce ne sono 24.000 in Italia e sono quelli che determinano il sovraffollamento: 66.000 detenuti per 43.000 posti. E dunque la cosa migliore – afferma Durante – sarebbe fare accordi bilaterali con i paesi di provenienza in modo che se li riprendano. L’ideale sarebbe espellerli al momento dell’arresto.

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