Berlusconi ai suoi: “Non prestarsi a strumentalizzazioni”

ROMA – Silvio Berlusconi, vista la situazione di difficoltà in cui si trova il Paese, il dibattito in corso nel Pdl e le forzature e strumentalizzazione operate dalla stampa invita ”tutti a non fornire con dichiarazioni altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna”.

Ecco la dichiarazione di Silvio Berlusconi, nella sua versione integrale: “In questa situazione di difficoltà per il nostro Paese e di confronto tra le forze politiche, il dibattito all’interno del Popolo della Libertà, che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa”.

“La passione – continua il Cavaliere – e l’impegno generoso dei nostri dirigenti e dei nostri militanti, anche negli ultimi giorni, vengono riportati e descritti a tinte forti, quasi fossero sintomi di divisione e di contrasto. Perciò, invito tutti a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento”.

Il Cav pronto alla battaglia

Silvio Berlusconi è pronto a dare battaglia, non si aspetta più nulla dal Pd e scarica tutta la sua rabbia parlando con i fedelissimi che lo difendono e ribadiscono l’ammonimento ai dem: con la decadenza in giunta salta tutto, addio governo. Un ragionamento che i cosiddetti falchi, capitanati da Daniela Santanchè, estendono al massimo cercando di accorciare ulteriormente i tempi del ‘redde rationem’ al Cdm del 28 agosto sull’Imu. Quella potrebbe essere la linea che una parte del partito, la più dura e pura, non vorrebbe superare nel tentativo di avere anche una finestra pronta per le elezioni che, in caso di slittamento del contenzioso a settembre, rischierebbe di non aprirsi tanto presto. Da qui la doppia partita che si sta giocando nel Popolo della Libertà tra l’ala intransigente e le colombe che hanno tra i punti di riferimento il trattativista a oltranza Gianni Letta. E che vorrebbero studiare le mosse dei democrats fino alla prima riunione della giunta per le elezioni di Palazzo Madama guardando al Colle e alla linea tracciata da Giorgio Napolitano con il comunicato ufficiale del 13 agosto scorso. Uno scontro tra le due anime del Pdl che ha messo nel mirino il falco per eccellenza, Daniela Santanchè, la ‘pitonessa’, che boccia senza mezzi termini un esecutivo con i ‘carnefici’ del Pd e sposa la linea oltranzista che sarebbe prevalsa nel lungo vertice di Arcore. Una linea che, per la sua durezza, lascia però perplesso più di un esponente del Pdl preoccupato che si possano aprire delle crepe ingestibili all’interno del partito nel momento topico del voto in giunta. Ecco quindi la cautela di personaggi come Renato Schifani e Fabrizio Cicchitto che, sì, mettono dei paletti sulla questione della decadenza e sull’Imu ma lanciano contemporaneamente la palla sul campo avversario per tastarne le reazioni, le possibili aperture, attese anche da Berlusconi ma che tardano comunque ad arrivare. Con un Pd sempre schierato compattamente a sostegno del governo Letta e pronto, almeno ora, ad andare fino in fondo in giunta a settembre. E con un premier determinato ad andare avanti e che ha definito – tornando da una missione-lampo in Afghanistan – una ‘follia’ aprire la crisi di governo ora. Tra falchi, colombe e Pd c’è il Cavaliere che in realtà, racconta chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore, non avrebbe preso una decisione netta in un senso o nell’altro. Anche se non sarebbe intenzionato a farsi rosolare a fuoco lento, pronto più che mai a dare battaglia. Sicuramente amareggiato per un segnale di apertura, sia pur minimo, che non arriva da parte del Pd. Ma pronto a dare fondo a tutte le sue energie per rispondere colpo su colpo. Tutto ciò mentre un fedelissimo come Renato Brunetta avverte che “il nemico” non è dentro al partito. Un modo per rimarcare la necessità di non trascinare il Popolo della Libertà in una “disfida senza senso” tra falchi e colombe. E con un monito: “L’unità affermatasi ieri in nome del bene più grande della sovranità popolare e del conseguente equilibrio dei poteri, da difendere contro un corpo separato dello Stato che agisce con continui abusi di potere, è la nostra arma politica più efficace”.

(Di Giuseppe Tito/ANSA)

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