Mons. Pietro Parolin Segretario di Stato in Vaticano

CARACAS.- Citando le parole di Papa Benedetto XVI:”La  gravitazione dell’amore è più forte di quella dell’odio: la forza di gravità della vita è più forte di quella della morte”…S.E. il Nunzio Apostolico Pietro Parolin,( da poco giunto a Caracas), concludeva nel 2009 una intervista gentilmente concessa alla “Voce” esprimendo tanta preoccupazione sui fatti che accadevano nel Paese..

Lo abbiamo sempre sentito molto vicino alla nostra Collettività, Mons. Parolin…Lo abbiamo intervistato varie volte e…costantemente conservando la speranza delle Sue frasi per un domani più giusto…per un mondo più umile e fraterno.

Dal 2009, appunto, Mons. Parolin ha rivestito a Caracas il ruolo di Nunzio Apostolico. Nato a Schiavon (Veneto) nel 1955, ha studiato nella Gregoriana entrando in servizio diplomatico nel 1986  lavorando prima in Nigeria, in seguito in Messico, e poi, Sottosegretario agli Esteri, seguendo da vicino importanti dossier internazionali tra cui i rapporti con Cina, Vietnam e Kosovo.

Tra qualche ora il mondo riceverà l’annuncio ufficiale da parte di Papa Francesco , della nomina all’incarico di Segretario di Stato del Vaticano di Mons. Parolin che sostituirà il Cardinale Bertone.

Tramonta l’era Bertone, Parolin in pole position

Accelerazione di papa Francesco sulle nomine di peso nella curia romana. Potrebbe avvenire già oggi l’atteso avvicendamento alla segreteria di stato dove l’attuale nunzio in Venezuela, monsignor Pietro Parolin potrebbe prendere il posto del cardinale Tarcisio Bertone, 79 anni a dicembre, nominato da Benedetto XVI nel 2006 e formalmente “dimissionario” già dal 2009 al compimento dei 75 anni, l’età della pensione per gli incarichi ecclesiastici.

Negli ultimi giorni, infatti, si sarebbe fatta sempre più consistente la candidatura dell’arcivescovo Parolin. Cinquantotto anni, originario di Schiavon, in Veneto, per sette anni ‘viceministro’ degli Esteri del Vaticano, promosso nel 2009 alla prestigiosa nunziatura di Caracas, Parolin è un diplomatico stimato in curia e legato a papa Francesco anche da una vecchia conoscenza.

Con la sua nomina, il delicato e centrale ruolo del segretario di stato tornerebbe ad essere affidato a un diplomatico, dopo il salesiano Bertone, in passato al centro di critiche proprio per la sua scarsa esperienza nel campo. Altri nomi del resto, in corsa per il ruolo di ‘primo’ collaboratore del Papa fanno riferimento ad altri diplomatici di riconosciuta capacità: Luigi Ventura, nunzio a Parigi con grande esperienza in Africa, in America Latina e in America del Nord; il nunzio Celestino Migliore, ora a Varsavia e in precedenza osservatore permanente all’Onu di New York; il presidente del governatorato dello stato della Città del Vaticano, il card. Giuseppe Bertello, membro della commissione degli otto cardinali incaricata da Bergoglio di riformare la costituzione Pastor bonus che governa la curia e anche lui proveniente dalla scuola diplomatica.

A questi nomi, negli ultimi giorni, Francesco avrebbe preferito, appunto, quello di Parolin. La nomina potrebbe uscire oggi e diventare operativa tra un mese e mezzo quando, inoltre, la “consulta outsider” degli otto cardinali si sarà riunita per la prima volta in Vaticano con papa Francesco, proposte concrete di riforma alla mano. Una delle ipotesi che circolano in queste ore, infatti, è che Parolin venga nominato pro-segretario di stato, in modo da assumere pienamente il ruolo quando questo avrà poteri riformati dalla commissione degli otto.  In alternativa, Parolin assumerà la carica di “primo ministro” con gli stessi poteri con cui l’ha ricoperta finora Bertone: circostanza che solleva qualche dubbio rispetto all’annunciata volontà di Francesco di riformare la curia.

Sull’accelerazione nell’avvicendamento del “premier” vaticano (la nomina era attesa contestualmente alla riunione degli otto), secondo fonti informate, avrebbe pesato il cosiddetto “caso Chaouqui”, quello legato alla giovane manager della Ernst&Young nominata dal Papa nella commissione sui tagli di spesa in Vaticano. Bertone non avrebbe digerito il fatto che dopo la pubblicazione dei “tweet” in cui la donna ritenuta vicina all’Opus Dei aveva dato senza mezzi termini del “corrotto” al porporato, dal Vaticano nessuna voce si è levata in difesa del suo operato e della sua ‘fama’. Bertone ha rivendicato pubblicamente di aver avuto un ruolo nell’avviare lo Ior, la ‘banca’ vaticana, verso una maggiore trasparenza ancora prima dell’intervento di papa Francesco con un’apposita commissione referente e anche in privato avrebbe tentato di informare il Papa più approfonditamente su quanto fatto sia nella sua attività amministrativa sia in quella diplomatica. Avrebbe inoltre richiesto di mantenere, come già avvenuto per il suo predecessore il card. Angelo Sodano, la presidenza della commissione di vigilanza dell’istituto di deposito.

Dovrà essere comunque la commissione degli otto cardinali coordinata dall’honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga a ridisegnare il ruolo del segretario di stato e, in generale, l’architettura della curia. Rimane in piedi l’ipotesi, discussa anche nelle congregazioni generali precedenti al conclave, di diluire fortemente il potere del segretario di stato. Una formula possibile è anche quella di una specie di triumvirato che governi la curia. In questo contesto, ruoli di primo piano nelle successive nomine, potrebbero essere affidati dal Papa al cardinale Bertello, al salesiano Maradiaga e all’attuale nunzio a Washington, protagonista della vicenda ‘Vatileaks’, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che, secondo alcuni, Papa Francesco sarebbe intenzionato a promuovere riportandolo in curia.