Concerto Zubin Mehta a rischio separatisti

SRINAGAR.- ”Sognavo il Kashmir fin da bambino, per questo ho detto di sì”. Così il direttore d’orchestra indiano Zubin Mehta ha risposto a chi gli faceva notare che movimenti separatisti islamici sono sul piede di guerra alla vigilia del concerto che proporrà oggi alla testa dell’orchestra di Stato della Baviera negli Shalimar Bagh Muchal Gardens di Srinagar, gli stupendi giardini del Quattrocento ai piedi dell’Himalaya. In un’iniziativa senza precedenti per lo Stato indiano conteso dal Pakistan, denominata “Ehsaas-e-Kashmir” (Il sentimento del Kashmir), Mehta offrirà a un pubblico di 1.500 invitati brani di Beethoven, Tchaikovsky e Haydn, preceduti da una composizione del musicista kashmiro Abhay Rustom Sopori. Ma il concerto, realizzato con un importante sforzo organizzativo e finanziario dal governo tedesco e da sponsor privati tedeschi e indiani, è stato accolto con non celato astio dai settori più radicali locali, primo fra tutti Syed Ali Shah Geelani, leader della Hurriyat Conference, l’alleanza di 26 fra partiti e organizzazioni separatisti del kashmir indiano. Battagliero come sempre, Geelani ha detto che ”questa iniziativa non è altro che una legittimazione dell’occupazione indiana della nostra terra”. Così, dopo aver proclamato uno sciopero generale nella Valle, ha messo in piedi in fretta e furia un concerto parallelo “Haqeeqat-e-Kashmir” (La realtà del Kashmir). Ma alla sua protesta si è aggiunta quella di tre piccoli gruppi semisconosciuti (Al Nasireen, Farzandaan-e-Millat e Shuhda Brigade) che hanno pronunciato in un fax inviato ai media una bruciante minaccia: ”Non permetteremo all’orchestra di Zubin Mehta di esibirsi negli Shalimar Garden. Se l’ambasciatore tedesco andrà avanti con il progetto, colpiremo i visitatori stranieri, fatto di cui lui sarà il primo responsabile”. Queste dichiarazioni, a cui si possono aggiungere alcune scritte ostili al direttore d’orchestra di origine indiana apparse sui muri di Srinagar (“Zubin, vattene!”) hanno fatto scattare un impressionante meccanismo di sicurezza che avvolge tutta l’area degli Shalimar Gardens, che si adagiano sulla riva occidentale del lago Dal. Si tratta di tre cerchi concentrici che saranno presidiati da corpi speciali di esercito, polizia e forze paramilitari indiani, assistiti da tiratori scelti, veicoli blindati e unità cinofile addestrate al rilevamento di esplosivi. Inoltre perquisizioni a sorpresa e blitz di reparti di unità antiterrorismo sono già stati effettuati a titolo preventivo in luoghi solitamente frequentati dai militanti più agguerriti. Assediato dai giornalisti al suo arrivo nella capitale estiva del Kashmir, Mehta, che è anche direttore della Filarmonica di Tel Aviv e direttore onorario a vita del Maggio Fiorentino, ha respinto ogni significato politico per il suo progetto. ”Non sono io che ho scelto il Kashmir – ha spiegato – è lui che ha scelto me”. Quindi ha rivolto un accorato appello: ”Io non ho un messaggio per quelli che criticano questo concerto. Domani (oggi, ndr) io lo dirigerò con la forza che mi viene dal cuore. Non si sottovaluti il potere della musica per la pace”.

(Maurizio Salvi/ANSA) 

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