Le ‘cantanti di Assad’ in campo contro gli Usa

ROMA. – Una ‘carica’ di cantanti lealiste si schiera contro il prospettato attacco americano in Siria. Un drappello di figlie di alcuni dei reality show canori più famosi al mondo (Arab Idol, Star Academy) ha fatto sentire la propria voce in sostegno del presidente siriano Bashar el Assad, prendendo posizione contro l’ipotesi di intervento militare ponderata in questi giorni da Barack Obama. I media locali lo hanno definito “l’attacco delle cantanti di Assad”. Qualcuna, come Nadiah Manfoukh, popolare partecipante della prima stagione di ‘Arab Idol’, ha annullato un tour negli Stati Uniti dichiarando che la guerra in Siria è una questione interna e che “nessun altro Paese dovrebbe interferire”, come ha riportato la stampa regionale. Prima di lei, già la biondissima Farah Youssef, terza classificata di ‘Arab Idol 2013’ (con circa dieci milioni di voti da tutti i Paesi arabofoni) aveva preso l’iniziativa scrivendo una lettera aperta al presidente Obama. Un appello accorato, che è stato riportato dai giornali locali: “Per favore, non colpisca la Siria, il mio Paese. Il mio cuore è pieno di dolore, come i cuori di tutti i siriani. Non provochi altro dolore”. Sulla stessa linea i tweet di un’altra stellina siriana sfornata da un format Endemol, ‘Star Academy’, Sara Farah, la quale cinguetta: “Io solo solo una cantante e non voglio farmi coinvolgere dalla politica, ma vergognati, Obama. La Siria non è solo un qualunque altro Paese. Allah è con noi e salverà la mia anima. Siria, sei tutto il mondo”. Se i messaggi politici di queste ugole formato tv potrebbero apparire risibili, la realtà è che l’eco che hanno sull’opinione pubblica nel mondo arabo è tutt’altro che marginale. Lo scorso giugno la stessa al Jazeera ha affermato che ‘Arab Idol’ “non è semplicemente un altro reality show”, ma qualcosa di molto diverso. “Lo show – ha spiegato il canale all news, citando un diplomatico palestinese – ha un mood politicizzato, frutto della presa di coscienza successiva alle Primavere arabe. I partecipanti sono veri e propri ambasciatori dei loro Paesi”. Il che spiega come mai il vincitore dell’ultima edizione, il palestinese Mohammed Assaf, sia oggi percepito come un eroe politico, e perché le prese di posizioni delle ‘cantanti di Assad’ assumono un peso specifico differente. Due giorni fa al coro contro l’intervento militare si è unita da oltreoceano anche un’altra voce, molto più conosciuta: quella della regina del pop, Madonna. La superstar ha lanciato il suo messaggio con un biglietto scritto a mano, fotografato e postato su Instagram: ‘Stati Uniti, tenetevi alla larga dalla Siria per il bene dell’umanità’.

(Virginia Di Marco/ANSAmed) –

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