Napolitano si muove, ma i paletti sono noti

ROMA – Che margini di manovra per evitare una crisi di governo vi siano appare chiaro ieri a metà pomeriggio, dopo che il premier Enrico Letta incontra Angelino Alfano e i ministri del Pdl. Dalla riunione, la speranza del presidente del Consiglio che la situazione sia recuperabile e che vi siano ancora le condizioni per andare avanti, esce rafforzata. E il premier ne informa immediatamente il capo dello Stato con il quale, riconoscono a palazzo Chigi, i contatti sono continui e costanti.

Giorgio Napolitano, dal Quirinale, ha osservato attivamente l’evolvere della situazione pur mostrando la consueta serenitá attraverso una serie di incontri istituzionali da tempo programmati. Ciò che è certo, riferiscono fonti parlamentari, è che il presidente non ha gradito l’accelerazione che c’è stata l’altra sera a sant’Ivo alla Sapienza, dove sono in corso i lavori della Giunta.

Raccontano che sia rimasto “sorpreso”, se non irritato, sia dall’atteggiamento intransigente del Pd – ritenendo che un tempo congruo alla tesi di Berlusconi andasse concesso -, che da quello del Pdl, visto che dal punto di vista procedurale non sono mancate sviste e imprecisioni, come quando sono state presentate le tre pregiudiziali. La preoccupazione del Colle, condivisa anche a palazzo Chigi, è quella che si materializzi il peggiore degli scenari: che cioè la situazione si avviti al di là delle intenzioni dei singoli protagonisti.

– E’ un po’ come quando il pilota, convinto di riuscire a riportare l’aereo in quota all’ultimo momento, perde il controllo e finisce per schiantarsi – spiega un deputato, attribuendo la metafora ai palazzi più alti della politica. Proprio per questo, in modo discreto e informale, ha continuato a lavorare per una via d’uscita che salvaguardasse il governo. Il bene più prezioso che il Paese ha in questo momento, come ripete spesso l’inquilino del Colle. Concetti che si ritrovano anche nel messaggio che Napolitano recapita ad una delegazione del comune di Barletta, per il 70esimo anniversario della ribellione all’occupazione nazista.

– Se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio – rimarca il capo dello Stato.

Sull’attualità politica, ovviamente, il capo dello Stato non vuole entrare. Del resto la sua posizione è nota da tempo e non è minimamente cambiata rispetto alla nota diffusa qualche tempo fa. Nel Pdl, ieri in serata, si diffonde la voce secondo cui Berlusconi starebbe riflettendo sulla proposta che le ‘colombe’, ed in particolare i figli, continuano a prospettargli: chiedere la grazia. Ma per farlo – ne sono consapevoli anche nel Pdl – dovrebbe fare quel passo indietro da senatore che eviterebbe un voto in giunta estremamente pericoloso per la maggioranza. E accettare un percorso ben preciso che potrebbe portarlo prima ai servizi sociali. Una condizione alla quale il Cavaliere non ha ancora deciso se attenersi, visto che non si fida più di nessuno. Ma che per il Colle, almeno secondo indiscrezioni raccolte in ambienti parlamentari, sarebbe irrinunciabile.

In sostanza, riferiscono le stesse fonti, per Napolitano i “paletti” sono quelli di sempre: l’attuale governo, rappresentato plasticamente da Letta e Alfano, deve durare; maggioranze alternative non sono contemplate, né all’orizzonte; le priorità sono la legge si stabilità, la riforma del sistema elettorale e il semestre di presidenza Ue. Paletti che in sostanza spostano l’orizzonte al 2015.

Insomma, Napolitano sarebbe anche pronto ad accostare il proprio nome ad un provvedimento di clemenza a favore del Cavaliere, ma solo per il bene del Paese. Bene che in questo difficile periodo significa superamento di una fase difficile e stabilità politica. Condizioni di cui ad Arcore, anche grazie ai contatti informali di queste settimane, sono perfettamente consapevoli. Tutto sta a capire se il Cavaliere deciderà di accettarle oppure no. E il Quirinale resta in attesa di segnali univoci e, soprattutto, duraturi.

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