Amando Baudelaire e la scrittura

“…La navigazione lungo le coste spagnole e le vie dell’atlantico si svolge ora tranquilla. Due giorni ancora e toccheremo il Venezuela. A bordo, gli “emigrantes non parlano d’altro…A sera, sotto coperta, la piccola orchestra ora freme…ora mormora canti di casa nostra…le note entrano dentro come un fuggevole sussurro di voci: io ascolto Jolanda, ognuno ascolta la mamma o la campana del Santuario o il belato del gregge. Allora le danze si fanno più vorticose ed inebrinti , e si pesta tutt’insieme sulla malinconia… “
(da “Passaporto Verde” di Gaetano Bafile –
a cura di Marisa Bafile)
Caracas (Venezuela- 1994)

 

CARACAS.- È disinvolta… sorpresa un po’ dall’anticipo della nostra visita. Scende le scale della sua casa, tra il verde di Sebucan, invitandoci ad entrare …

No, non ha l’aria “dotta” e un po’ sofisticata della scrittrice tanto conosciuta ed apprezzata negli ambienti intellettuali venezuelani europei e latinoamericani. Vittoria De Stefano, ci ricorda l’impeto di una evoluzione femminile accaduta in Europa nel 1968.

Lei è così…Tanto simile…

Si scusa se, precipitosamente, viene ad aprirci a “piedi nudi”, si informa se ci infastidisce il fumo della sua sigaretta… no… ci compenetriamo profondamente…
Anche lei appartiene all’eletta schiera dei “Figli del Sogno”… una testimonianza che ci inorgoglisce, che accarezza il ricordo di
una Caracas più vivibile… più elegante… più comprensiva.

Ci racconta dell’anno 1946, quando i suoi genitori, accompagnati dai propri figli, giungevano in Venezuela per restare. “Era il mese di settembre… mamma, papà e cinque fratellini… poi, quì ne sono nati altri quattro”.

“Mio nonno paterno aveva raggiunto il Venezuela già nell’anno 1934… La mia famiglia paterna proviene da Padula e mio nonno era emigrato in Messico all’inizio del ventesimo secolo.

Noi abbiamo iniziato il nostro viagio partendo da Napoli su una nave da guerra.

Il nostro arrivo a Caracas avvenne nel 1946…

Ricordo che, sulla nave, eravamo “separati”( gli uomini da un lato e le donne dall’altro). Siamo arrivati prima a New York… poi abbiamo abbordato un aereo per Miami ed un altro ancora verso Maiquetia…(Venezuela).

Mio nonno aveva una attività a Napoli, ma volle seguire il consiglio dell’allora Console Italiano in Venezuela…. (un Paese con tante possibilità di espansione)” .

“Casa Domus” fu il negozio che il nonno aprì a Caracas… nelle sue vetrine c’erano oggetti atti ad abbellire la casa… piatti… vasi… cristalli…ecc..

“In realtá, papà raggiunse il Venezuela a causa della guerra scoppiata allora in Italia… lui era laureato in “Economia”….

“…No…il nostro non fu un arrivo disagiato…ben altro!

Nonno aveva una bella “quinta” (villa) nel rione “Las Delicias” di Caracas.

Certo, noi venivamo da Roma ed eravamo abituati a vivere in un appartamento comodo e bello. Io avevo cinque anni…

Ricordo soltanto che, appena giunti in Venezuela, prima d’andare a dormire, la mamma mi dette una banana dolcissima… non dimenticherò mai quel sapore… forse era il Venezuela che mi dava il “benvenuto”.

Ripeto, avevo cinque anni e non ricordo bene il momento in cui appresi a parlare lo spagnolo. Mi insegnò mia sorella Luciana.
Poi, ho studiato a Caracas, nel Politecnico e a diciotto anni sono entrata all’Università Centrale. Nell’anno 1962, mi sono laureata in Filosofia.

– Ami molto Baudeleire, vero?
– Si, la mia è una formazione filosofico letteraria… leggevo molto, a differenza di altri che studiavano filosofia, io avevo un grande amore per la letteratura e conoscevo il francese.

– Ricordi qualcosa della Guerra?
– Si…qualcosa..

– Aver avuto nove fratelli è stato fondamentale?
– Si, indubbiamente…

– Come ti senti oggi?
– Una persona “bicultural”: la mia mamma parlava un italiano perfetto: aveva studiato lingue e mio papà era un uomo colto….Si sono sposati a Venezia.-

Di Vittoria De Stefano ci colpisce la semplicità nell’esprimere concetti a volte “difficilici”… ci affascina profondamente la sua passione per Charles Baudelaire…l’autore di “I Fiori del Male”, quello dei “paradisi perduti del cuore”, che pretende di guarire il “male” attraverso la coscienza dello stesso,e che non è`poi “tanto amato” nella modernissima epoca attuale…Sosteniamo, come già ripetuto altre volte, a questo proposito, che chi ama Baudelaire s’è immerso a fondo nella gioia e l’agonia della vita… ha toccato la “ragione” e decantato le ferite dell’anima.

Di Vittoria De Stefano conosciamo le ricerche perpetue sugli inestinguibili conflitti di ciascun essere umano.. i suoi importanti momenti vissuti in Alegria, Zurigo, Parigi, Barcellona….. Ha dettato corsi di filosofia contemporanea, estetica, teorie e struttura drammatiche presso la Scuola di Filosofia e d’Arte dell’Università Centrale del Venezuela.

Ha pubblicato : “La noche llama a la noche”, (Monteavila); “Cabo de vida” (Planeta 1994); ”Historia de la marcha a piè” ( Premio Municipale di Novella e Finalista, Premio R. Gallegos), “Pedir Demasiado” (Bigottega 2004).

Ha scritto testi per libri di fotografia:” Retromundo”,” Mi corazon al desnudo” “Megalopolis” di Paolo Gasparini, “Espacios en el olvido” di Luis Salmeron e “Penthouse B” di Gerard Leufert.

La sua penna graffiante, pungente, profonda é lo specchio di un animo, una personalitá che portano i segni di una guerra, dell’emigrazione, di radici spezzate e riannodate, come disse una volta in un’intervista a “La Voce”, Paolo Gasparini.

Annamaria Tiziano