Caso Berlusconi, Letta convinto: “Prevarrà il buonsenso”

VENEZIA  – “Sereno” e “fiducioso” che alla fine prevarrà il “buonsenso”. Enrico Letta resta convinto che Silvio Berlusconi, anche se dovesse decadere dallo scranno di senatore, non staccherà la spina al governo. Una convinzione che pare rafforzata dall’intesa raggiunta all’unanimità nella giunta che sta decidendo il destino del Cavaliere.

Oltre che dall’invito di Barack Obama a Washington per metà ottobre che – nonostante il premier eviti di pronunciarsi in merito – a palazzo Chigi viene letto perlomeno come un auspicio di stabilità per l’Italia da parte della Casa Bianca. Da Venezia, dove ospita l’incontro trilaterale con il premier sloveno Alenka Bratusek e quello croato Zoran Milanovic, il presidente del Consiglio invita il Paese a smetterla di “guardarsi l’ombelico” per assumere quel “ruolo di leadership” che gli spetta in Europa. Senza dimenticare che in un’Europa a “ventotto nessun paese può fare da solo”. Servono alleanze, con Paesi che hanno interessi comuni.

Cita l’esempio dei porti, un dossier in cui Italia, Slovenia e Croazia dovrebbero mettere da parte le “future” competizioni, per affrontare la concorrenza dei giganti cinesi e coreani. E lo stesso vale su altri dossier, dall’unione bancaria, alle riforme istituzionali, passando per i comparti dell’energia e delle infrastrutture. Le incognite sul futuro, tuttavia, pesano sull’Esecutivo. E le domande, al termine dell’incontro, non possono che vertere sulle conseguenze dell’eventuale decadenza di Berlusconi.

– Guardo con serenità e fiducia a quello che ci aspetta nei prossimi giorni: ho sempre detto che prevarrà il buonsenso –  afferma con una certa sicurezza Letta. Ma siccome sa bene che il passaggio nella giunta giunta del Senato rischia di non essere indolore, aggiunge ai moniti di questi ultimi giorni un ulteriore elemento di riflessione per il leader di Arcore.

– Ciò che l’Italia può perdere mandando tutto a carte quarantotto è chiaro a tutti gli italiani – sottolinea il premier con un implicito riferimento agli ultimi sondaggi arrivati a palazzo Chigi, secondo i quali la stragrande maggioranza degli elettori Pdl non vuole una crisi – Gli italiani – aggiunge poi Letta -, e anche chi li rappresenta in Parlamento, sanno quanto di positivo ci sarà nel proseguire questo lavoro che stiamo facendo in termini di riduzione di tasse, di creazione di posti di lavoro, di sviluppo e di occasioni per le imprese.

Come a dire: se salta il governo, salta anche l’ultima occasione che il Paese ha di vedere la luce alla fine del tunnel. Se vogliamo, aggiunge con una punta di polemica, “possiamo farci molto del male, ma io continuerò a lavorerò affinché” questo non succeda.

Nella partita a poker con il Cavaliere, però, Letta non vuole trascinare Obama.

– Credo che il governo non abbia bisogno di inviti per essere più o meno forte – risponde a chi gli chiede se l’invito a Washington rafforzi l’Esecutivo. Allo stesso modo si tiene alla larga da polemiche con Matteo Renzi. Le ragioni sono le stesse che lo spingono ad essere ottimista sul fronte berlusconiano: al Paese interessano le risposte ai problemi concreti, non polemiche politiche. Soprattutto non fra esponenti dello stesso partito

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