Al Qaida, Al Zawahri minaccia: “Attaccare gli Usa”

TUNISI  – “Attaccate gli Stati Uniti in casa loro”. L’America resta il principale nemico di al Qaida e contro di essi Ayman al Zawahri, successore di Osama Bin Laden, scatena un nuovo attacco mediatico, che dovrebbe preparare quello sul terreno, chiedendo agli jihadisti di tutto il mondo di mettere nel mirino quella che per lui è la traballante economia a stelle e strisce, resa tale dalle immense spese affrontate per garantirsi la sicurezza.

Un attacco che, reclama al Zawahri, oltre che contro i tradizionali alleati degli Stati Uniti, deve ora essere portato sin nel cuore del territorio americano. Quello che il numero uno dell’internazionale del terrore evoca è lo spettro di un nuovo 11 settembre. Non è la prima volta che il medico egiziano annuncia o chiede offensive contro “il grande Satana” e appare abbastanza scontato che, a queste minacce, altre ne seguiranno. Ma questa volta al Zawahri sembra voler disegnare una nuova strategia, almeno a livello mediatico, indicando nell’economia l’anello debole della potenza degli Stati Uniti e, soprattutto, rivendicando la bontà del suo progetto globale. Quindi, le vittorie che, a suo dire, costellano il recente cammino dell’internazionale del terrore islamico: Iraq, Somalia, Afghanistan, Yemen. Elenco dal quale, significativamente, manca la Siria, sebbene i gruppi degli insorti siano abbondantemente infiltrati da elementi qaidisti.

La chiamata alle armi di al Zawahri – come sempre affidata a una registrazione audio diffusa dalla galassia dei siti jihadisti che puntellano il suo profilo mediatico – nel chiedere attacchi contro il nemico americano, gigante all’apparenza ma fragile nella sostanza, sembra inoltre lasciare briglia lunga alle varie formazioni che, in molti Paesi del mondo, si rifanno ad al Qaida ed al suo progetto eversivo. E ai tantissimi ‘lupi solitari’, vero terrore dell’intelligence americana, impotente di fronte alla loro imprevedibilità.

Ai suoi seguaci al Zawahri parla infatti di attacchi da compiere “qui e là”, quasi a ratificare l’assenza di una strategia “centralizzata”: l’azione di al Qaida sarà una conseguenza, la somma aritmetica di quelle di gruppi, brigate e lupi solitari che, già presenti sul territorio, godranno della massima autonomia. Una ‘ipotesi di lavoro’ che conferma il superamento di quello che è stato il copione seguito sino a qualche anno fa: azioni pianificate, progettate e proposte dalle antenne sul terreno, sulle quali, nei limiti del possibile, occorreva l’ok della ”cupola” militare di al Qaida. Come sarebbe d’altra parte accaduto anche di recente in Nord Africa, dove agisce al Qaida nel Maghreb islamico. Una libertà d’azione che al Zawahri vuole abbia come obiettivo il ventre molle dell’America, la sua economia che, almeno questo il suo giudizio, è vicina al collasso non potendo più sostenere gli elevatissimi costi della sicurezza. Un assunto che poco sembra acconciarsi con i numeri dell’industria delle armi e dei sistemi di difesa statunitense, che alimenta e viene alimentata dall’economia legata alla sicurezza

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