Papa: vede Gutierrez e sdogana Teologia liberazione

CITTA’ DEL VATICANO. – Già il grande spazio dedicato dieci giorni fa al suo libro dall’Osservatore Romano era l’evidenza dello “sdoganamento” avvenuto in Vaticano per la “teologia della liberazione”. Ma ora, con l’incontro con papa Francesco, per il peruviano padre Gustavo Gutierrez e per la corrente teologica da lui fondata, a lungo emarginata e condannata sotto i pontificati di Karol Wojtyla e di Joseph Ratzinger, la riabilitazione può dirsi completa. Insomma, in nome dell’attenzione ai poveri e ai diseredati, un’ulteriore svolta storica impressa dal papato di Bergoglio, che pure dei “teologi della liberazione” sudamericani e delle loro commistioni col marxismo certamente non è mai stato amico. L’incontro in Vaticano tra papa Francesco e il padre domenicano Gustavo Gutierrez, 83 anni, uno dei fondatori della “teologia della liberazione”, è avvenuto mercoledì mattina nella Casa Santa Marta prima dell’udienza generale. Dell’udienza privata non era finora stata data notizia ma stamane il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha confermato all’Ansa che l’incontro c’è stato e che il Papa ha ricevuto e salutato il teologo peruviano. Gutierrez era in Italia da alcuni giorni per presentare la riedizione di un suo libro del 2004, “Dalla parte dei poveri. Teologia della liberazione, teologia della Chiesa” (Editrice Missionaria Italiana), scritto col suo amico ed ex discepolo monsignor Gerhard Ludwig Mueller, attuale prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Proprio di quel libro, il 4 settembre scorso, ha pubblicato ampi stralci l’Osservatore Romano, dedicati in particolare ai poveri come “preferiti di Dio” e contro il “neoliberismo economico” e la “disumanizzazione dell’economia”. Temi che sotto il pontificato di Bergoglio sono praticamente il èpane quotidiano. “Con un Papa latinoamericano, la teologia della liberazione non poteva rimanere a lungo nel cono d’ombra nel quale e’ stata relegata da alcuni anni, almeno in Europa”, vi commentava il francescano padre Ugo Sartorio. “I contributi di Gustavo Gutierrez hanno reso evidente a noi che siamo qui in Europa una cosa – sottolineava mons. Mueller, che ha presentato il volume con il teologo peruviano al Festivaletteratura di Mantova -, questa: l’ingiustizia nel mondo e’ un fattore che permane e che può essere superato solo con la disponibilità di tutti gli uomini a dirigere lo sguardo verso Cristo”. A proposito dell’attuale Pontefice, Gutierrez, docente all’Università di Notre Dame (Indiana), rimarca con grande favore la sua attenzione e solidarietà verso i poveri, aspetto che “viene dal Vangelo”, e il fatto che gli ricorda papa Giovanni XXIII. La caduta in Vaticano delle barriere erette contro la “teologia della liberazione”, corrente latinoamericana nata dopo il 1968 sotto le dittature militari e i regimi repressivi e rivolta all’emancipazione delle masse popolari, rappresenta un fatto a suo modo storico. Fin dall’inizio la reazione della Santa Sede era stata subito drastica. Nel suo viaggio in Messico del gennaio 1979, Giovanni Paolo II aveva dichiarato che la “concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si compagina con la catechesi della Chiesa”. Nei successivi studi dell’ex Sant’Uffizio, presieduto allora da Joseph Ratzinger – “Libertatis Nuntius” (1984) e “Libertatis Conscientia” (1986) -, si considerava che nonostante la vicinanza della Chiesa ai poveri, la tendenza della teologia della liberazione ad accettare postulati marxisti e di altre ideologie politiche non era compatibile con la dottrina sociale della Chiesa cattolica. Da qui, un lungo periodo di emarginazione, che ha coinvolto ad esempio personaggi come il brasiliano Leonardo Boff. Lo stesso Bergoglio ha sempre preso le distanze dalla teologia della liberazione. Ma l’abbraccio con Gutierrez segna davvero l’avvenuta riconciliazione. Tanto che si ipotizza anche l’inclusione dello studioso peruviano tra gli esperti della Commissione Teologica Internazionale. (Fausto Gasparroni/ANSA)

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