GRAN BRETAGNA. Acceso dibattito sul niqab, ‘andrebbe vietato’

LONDRA. – La multiculturale Gran Bretagna si interroga come non mai in passato: si deve proibire il velo islamico nei luoghi pubblici? Il dibattito è arrivato al più alto livello politico, coinvolgendo il governo di David Cameron, e perfino nelle aule di tribunale, con un giudice che ha stabilito, introducendo un precedente molto importante, che una imputata musulmana dovrà togliersi il ‘niqab’ per testimoniare al suo processo. La questione del velo integrale nei luoghi pubblici non riguarda più solo Paesi come Francia e Belgio, che hanno introdotto un vero e proprio divieto, ma anche quella che è considerata la patria dei diritti religiosi. A trasformare il dibattito in uno scontro sono state le dichiarazioni del sottosegretario libdem Jeremy Browne, secondo cui è necessario ora più che mai discutere sulla possibilità che lo Stato possa imporre un bando. Per Browne vietare il velo significherebbe proteggere la libertà delle ragazze islamiche troppo giovani per decidere se indossarlo o meno. Immediata la risposta della comunità musulmana britannica. ”Sono disgustato”, ha tuonato Mohammed Shafiq di Ramadhan Foundation, gruppo per l’integrazione nel Paese. Intanto i maggiori esponenti politici intervenivano per calmare la situazione ma allo stesso tempo per ribadire che nei luoghi pubblici talvolta il niqab è ”inappropriato”. Come ad esempio nelle scuole. Proprio in un college di Birmingham nel giro di pochi giorni i vertici scolastici hanno prima imposto e poi ritirato, di fronte alle forti polemiche delle ragazze musulmane, il divieto di copricapi che celano il viso: il tutto per ragioni di sicurezza. Il premier Cameron ha ribadito tramite un suo portavoce che le scuole del Regno devono essere libere di imporre un regolamento sul vestiario. Su una posizione simile il vice premier e leader libdem Nick Clegg, secondo cui non si deve arrivare come in altri Paesi ad imporre un divieto per legge ma certe limitazioni sono comprensibili. Nel partito conservatore al governo crescono però posizioni più radicali, come quella della deputata conservatrice Sarah Wollaston, che definisce il niqab come ”fortemente offensivo” nei confronti delle donne e invoca un bando limitato a scuole e tribunali. E alcuni segnali vanno in questa direzione. Un giudice ha ordinato alle 22enne Rebekah Dawson, britannica convertita all’Islam, di rimuovere il velo quando dovrà testimoniare nel corso del suo processo per intimidazione. Se non lo facesse rischierebbe una condanna per oltraggio alla corte. Il giudice Peter Murphy ha sì permesso alla donna di indossare il ‘niqab’ anche in aula ma ha sottolineato che è ”di vitale importanza” che la giuria possa vedere l’imputata in faccia nel corso della sua testimonianza. Il magistrato ha anche auspicato che ”il Parlamento o una corte più alta possano fornire al più presto una risposta definitiva” su questo argomento.

(Alessandro Carlini/ANSA)

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