Renzi lancia il partito ‘cool’ Si cerca l’intesa sulle regole

ROMA – A chi lo accusa di vestire più i panni del candidato a Palazzo Chigi che alla segreteria Dem Matteo Renzi replica, di fatto, parlando della sua idea di partito.

L’occasione, d’altra parte, è quella giusta: la presentazione di un libro (di Enrico Morando e Giorgio Tonini) insieme a Walter Veltroni anche grazie al quale ‘confessa’ di essersi avvicinato alla politica. E dell’ex segretario (che ‘sigilla’ il proprio sostegno alla corsa di Renzi) il sindaco mette in chiaro di condividere quella vocazione maggioritaria nata al Lingotto (“un punto di riferimento”, dice il sindaco) alla quale il Pd deve ambire. E’ anche in questa chiave, spiega Renzi, che va letta la sua tanto criticata uscita sull”asfaltare’ il Pdl.

– Nel 2008 – dice a chiare lettere il ‘rottamatore’ – quando alle elezioni dicevamo ‘votiamo il Pd’, nessuno ci prendeva in giro, c’era l’idea di fare qualcosa di cool. Dobbiamo tornare a dare alla nostra comunità l’immagine che non siamo in terapia di gruppo ma persone consapevoli, orgogliose di esserci. Nel partito che va cambiato per cambiare l’Italia, va riportata la “passione” (altro leit motiv veltroniano).

E’ con questo spirito che il ‘rottamatore’ guarda al congresso sulle tappe del quale la discussione nel partito è ancora aperta. Guglielmo Epifani, che ieri ha pranzato a Palazzo Chigi con il premier Enrico Letta, ha convocato una riunione della commissione congresso per provare a chiudere in vista dell’assemblea di venerdì. Le posizioni sono ancora distanti ma sono in corso febbrili trattative. Sul nodo ancora aperto della data di elezione dei segretari regionali sul piatto ci sarebbe una mediazione avanzata da Areadem. L’ipotesi – raccontano – sarebbe quella di tenere i congressi regionali nei quali ci sarebbe già un’intesa su un candidato contestualmente alle primarie nazionali, mentre quelli nei quali non c’è un’intesa si terrebbero entro tre mesi dal congresso.

Un’ipotesi tecnicamente complicata ma sulla quale si starebbe lavorando e che in ogni caso, viene fatto notare, testimonia il fatto che la ‘forchetta’ tra le due parti non è del tutto incolmabile. Un’intesa di massima ci sarebbe poi sulla questione dell’automatismo segretario-candidato premier (anche se Veltroni ha invitato Renzi a non mollare sul punto). In assemblea si andrebbe a modificare, dunque, solo l’articolo 18 per consentire anche ad altri oltre al segretario (che resta – da articolo 3 – proposto dal partito per la corsa a Palazzo Chigi) di correre per la premiership in caso di primarie.

Va poi trovata un’intesa sulla data con i renziani che insistono sul 24 novembre ma alla fine potrebbero ‘cedere’ a una tabella di marcia che portasse a chiudere tutto entro l’8 dicembre (comunque non oltre il 15).

Intanto continuano i ‘posizionamenti’ con Veltroni, appunto, a sostegno di Renzi e Bersani che ha ormai sciolto la riserva su Gianni Cuperlo. Intanto anche nell’area lettiana si ragiona sul da farsi. Fermo restando il lavoro del premier (che non si schiererà) – infatti – alcuni esponenti a lui vicini spiegano che è iniziato un ragionamento in vista del congresso dal quale, di fatto, dipende il Dna del Pd dei prossimi 4 anni. In questa chiave e in attesa di conoscere le regole del contendere, se qualcuno si sente già più vicino a Gianni Cuperlo e altri vedono in Renzi la possibilità di appoggiare una candidatura che ha – si spiega – alcune caratteristiche del Letta del 2007 c’è chi non esclude che possa, alla fine, uscire un terzo nome.