Si lavora alla nuova bozza, tornano gli ispettori dell’Onu

NEW YORK. – Mentre al Palazzo di Vetro si lavora incessantemente a una nuova bozza di risoluzione sulla Siria, gli ispettori Onu sono pronti a tornare nel Paese mediorientale per continuare ad indagare sull’uso di armi chimiche. Dopo il rapporto sul terribile attacco compiuto ad al Goutha, nei sobborghi di Damasco, il 21 agosto scorso, sotto i riflettori degli esperti delle Nazioni Unite finiranno ora altri casi sospetti. La nuova missione dovrebbe partire a breve: sarà’ deciso entro la prossima settimana, ha riferito da Stoccolma il capo degli ispettori, Aake Sellstrom, annunciando un nuovo rapporto per la fine di ottobre. ”Oltre a quello che è accaduto ad al Goutha – ha detto – ci sono altre accuse che risalgono al mese di marzo nei confronti di entrambe le parti, presentate al segretario generale dell’Onu, con almeno 13 o 14 casi che meritano di essere indagati”. La decisione – si sottolinea al Palazzo di Vetro – soddisfa in particolare Mosca, che aveva chiesto di approfondire alcuni episodi nei quali, secondo gli esperti russi, fortissimo sarebbe il sospetto dell’uso di gas letali da parte dei ribelli che si oppongono al regime di Assad. Ma la Russia continua a mettere in discussione anche il rapporto su al Goutha, giudicandolo ”unilaterale” e sostenendo di essere in grado di provare che anche quell’attacco è stato opera delle forze di opposizione e non di Damasco. Secca la risposta del portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon: ”I risultati del rapporto sono indiscutibili”. Mentre Sellstrome ha ribadito come il compito degli osservatori delle Nazioni Unite non è quello di indicare i responsabili: ”Non è’ la nostra missione”. In questo clima, al Palazzo di Vetro proseguono le consultazioni tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Russia e Cina) per tentare di mettere a punto una risoluzione condivisa. Intanto Kerry sarà già domenica a New York – in vista dell’assemblea generale dell’Onu in programma la prossima settimana – con un agenda fitta di appuntamenti e di incontri bilaterali. Incontri nel corso dei quali si spera possano essere accorciate le distanze tra le parti, che rischiano di provocare un nuovo stallo in Consiglio di Sicurezza. Un ulteriore stallo che rappresenterebbe un vero e proprio fallimento dell’offensiva diplomatica in corso. Con i venti di guerra che tornerebbero a soffiare forte. 

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