Iran, Rohani apre sul nucleare e scarcera i dissidenti

TEHERAN. – L’Iran del nuovo presidente Hassan Rohani si è detto pronto ad un accordo sul nucleare e ha scarcerato almeno una decina di dissidenti, tra cui l’attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh: con dichiarazioni e fatti, in un giorno il presidente iraniano ha confermato la tendenza dichiaratamente moderata del suo esecutivo in politica estera e interna.

Dopo molteplici segnali reciproci di disponibilità al dialogo sul programma nucleare di Teheran sospettato di finalità militari, la Casa Bianca si è detta oggi pronta a risolvere la questione e Rohani – significativamente parlando a una tv americana, la Nbc – ha in pratica rivelato che la Guida suprema Ali Khamenei gli ha conferito “la piena autorità” di stipulare accordi con l’Occidente. E riecheggiando una sorta di giuramento sull’Islam fatto con la fatwa del 2004 dallo stesso Khamenei, il presidente ha assicurato inoltre che l’Iran non svilupperà mai armi nucleari “in nessuna circostanza”.

“Svolte” negoziali già “nei prossimi mesi” sono state previste dal capo dell’ente per l’energia nucleare iraniana (Aeoi) ed ex ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi. A meno di una settimana dal viaggio a New York, dove Rohani parteciperà all’assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata annunciata inoltre la scarcerazione di Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che aveva difeso attivisti per diritti umani come il premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi. Sotoudeh l’anno scorso aveva condotto uno sciopero della fame di quasi 50 giorni innescando proteste da parte degli Stati Uniti che avevano chiesto la sua scarcerazione. Nelle prime dichiarazioni dopo il rilascio, si è detta in buone condizioni psico-fisiche e intenzionata a ”lavorare” in difesa dei diritti umani in Iran. Gli scarcerati, almeno 11, anche se le cifre in circolazione non sono concordanti, non sono tutti famosi ma fra di essi spicca anche Moshen Aminzadeh: già viceministro degli Esteri sotto l’ex presidente riformista Mohammed Khatami e poi sostenitore del candidato Mir Hossein Mussavi, era stato arrestato nel 2010 con l’accusa d’aver organizzato proteste contro il governo del presidente Mahmud Ahmadinejad. Scarcerato anche un altro ex viceministro: Feizollah Arabsorkhi, numero due per il Commercio sempre sotto Khatami. Nel novero delle scarcerazioni seguite all’elezione di Rohani, avvenuta anche promettendo maggiori libertà politiche, andrebbe inserito anche Bagher Asadi, diplomatico riformista uscito su cauzione a luglio. Restano però agli arresti domiciliari le due figure di maggior spicco in questo campo: Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, i candidati rivali di Mahmud Ahmadinejad alle presidenziali del 2009 che erano stati posti agli arresti domiciliari nel febbraio di due anni fa dopo aver fallito la spallata di piazza contro i brogli di cui è stata accusata la rielezione del presidente. A Teheran inoltre si tengono sotto osservazioni le sorti carcerarie di altri due riformisti: il politico Mostafa Tajzadeh e il giornalista Issa Saharkhiz (da oltre 18 mesi piantonato in ospedale). Le scarcerazioni hanno fatto seguito a vari segnali di svolta inanellati da Rohani dopo gli anni bui (soprattutto gli ultimi quattro) di Ahmadinejad: oltre alle dichiarazioni di apertura al mondo (anche alle ‘nemiche’ Londra e Riad), il nuovo capo di governo iraniano ha avuto un inedito scambio epistolare con il presidente Barack Obama e ha riaperto la casa del Cinema, uno scomodo megafono anti-governativo chiuso d’imperio da Ahmadinejad.

(Rodolfo Calò/ANSA)

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