Amanda, se condannata sarebbe esistenza terribile

PERUGIA – “Se fossi condannata, sarebbe un’esistenza terribile e scappare non sarebbe vita”: a dirlo è Amanda Knox che a dieci giorni dal nuovo processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher, previsto a Firenze ha rilasciato un’intervista a “Quarto Grado”.

La “prima a una tv italiana” sottolinea Mediaset che ne ha diffuso un’anticipazione. La versione integrale dell’intervista andrà in onda, in prima serata, su Retequattro.

– Non voglio – ha detto ancora la Knox – che qualcuno punti il dito indicandomi come un’assassina. Ma non temo la condanna: so che è possibile un verdetto giusto. Mi aspetto l’assoluzione. Mi ha condannata il giornalismo da tabloid, che ha focalizzato l’attenzione delle persone su cose irrilevanti e non vere. Tra le accuse più offensive che ho ricevuto, ricordo ‘gatta morta’, ‘luciferina’, ‘demone’, ‘strega’. Mi hanno accusata di avere uno spirito maledetto e di essere posseduta, di manipolare le persone, di essere fissata con il sesso e la violenza. Questo sistema contro di me è nato per giustificare il lavoro della giuria. Altrimenti, come si spiegherebbe che una ragazza normale uccida brutalmente un’amica? Tornata a casa – ha detto ancora la studentessa di Seattle – speravo di essere più felice di come sono. Negli ultimi mesi di carcere immaginavo che ansia, tristezza e rabbia si sarebbero sciolti, che sarei tornata a una vita felice, che non sarei stata sempre triste. In questi quattro anni di persecuzione, ora sei, ho conosciuto solo questa realtà. Ogni cosa che vivo è il riflesso di ciò che ho imparato in Italia. In Italia ho imparato cose brutte: ad avere paura ed a non fidarmi delle persone.

Nell’intervista la Knox parla anche del suo ex fidanzato e coimputato Raffaele Sollecito Raffaele.

– Abbiamo vissuto – spiega – un incubo insieme. Mi fido tantissimo di lui: è gentile, intelligente, vero. Una brava persona, su cui posso contare. Gli sono grata e sono fiera di lui, perché ha fatto la cosa giusta. La nostra relazione non è amore: siamo soldati che hanno attraversato una guerra. Siamo uniti e possiamo fidarci l’uno dell’altra. Ma sono molto triste per lui: è sempre solo

. La Knox ha poi affermato di pensare “sempre a Meredith”.

– Vorrei andare sulla sua tomba – sostiene – con la sua famiglia, ma non voglio invadere un posto intimo come quello, se loro non mi accolgono. Voglio che i Kercher capiscano che sono innocente.