M5S, scintille tra senatori: “Non ci fidiamo tra noi”

ROMA  – “L’unico motivo per il quale stiamo discutendo sulle modalità del voto per il nuovo capogruppo è che non ci fidiamo più tra di noi”. Maurizio Romani è sconfortato quando, nel corso della diretta streaming della riunione dei senatori del M5S, cerca di riportare tranquillità tra i suoi colleghi. Ma le sue parole riassumono al meglio lo scontro tra ortodossi e ribelli nel corso dell’assemblea a Palazzo Madama. Motivo del contendere la richiesta di Vito Crimi di rendere palese il voto per indicare i candidati per il nuovo presidente del gruppo parlamentare.

Una richiesta che arriva in apertura della riunione e sulla quale, ovviamente, dopo un estenuante dibattito di un’ora si è votato. Alla fine, i senatori hanno deciso di lasciare libertà di coscienza (“ognuno fa come vuole”): ovvero, chi voleva firmava la scheda di voto. Contro la proposta di Crimi si sono schierati apertamente Luis Orellana e Lorenzo Battista, rifiutando “il ricatto di non votare di Vito”:

– Se non vota, chi se ne frega – ha chiosato Orellana.

Anche la senatrice Elena Fattori non gradisce l’iniziativa di Crimi:

– Voterò in modo palese ma dobbiamo garantire chi vuole votare riservatamente.

Più duro Francesco Campanella che definisce quello dell’ex capogruppo un “attacco molto forte”. Con Crimi si schiera la maggioranza: Endrizzi, Santangelo, Catalfa, Puglia e Cioffi difendono il voto palese. La tensione è altissima. Solo una battuta di Bartolomeo Pepe attenua la tensione quando ricorda che, precedentemente, per “scegliere il capogruppo si alzava la mano dopo la grigliata, come la chiamate voi”. E per “grigliata” intende la “graticola”, ovvero la batteria di domande per i candidati. La sintesi la fa Elisa Bulgarelli.

– Abbiamo discusso per un’ora e poi ognuno fa come vuole – afferma -. Siamo dei deficienti: la prossima volta chiedo di abolire lo streaming.

L’ultimo attacco arriva da Orellana che torna a chiedere con insistenza la “piattaforma liquida” promessa da Gianroberto Casaleggio per votare le proposte di legge. Piattaforma promessa ma più volte rinviata.

– Era all’ordine del giorno di oggi ma non ne parliamo ancora. Spero la prossima volta. Creiamo un gruppo di lavoro e diamoci dei tempi congrui – conclude Orellana – Per me è difficile non dare ragione alla base.