Germania, si vota: suspense per coalizione Merkel

BERLINO. – Si vota in Germania: un voto che deciderà quale coalizione guiderà il Paese nei prossimi quattro anni determinando la composizione del nuovo Bundestag, e che influenzerà anche la politica in Europa. Mai come questa volta il pendolo elettorale oscilla fra una assoluta certezza, la riconferma di Angela Merkel per un terzo mandato, e una altrettanto assoluta incertezza: con chi potrà allearsi al governo? La suspense riguarda sia le alleanze sia i risultati dei partiti minori, dai liberali (Fdp) alleati di governo della Merkel, al partito anti-euro Alternative fuer Deutschland (AfD). Per entrambi vale l’incognita se riusciranno a superare lo sbarramento del 5% ed entrare in Parlamento. La campagna elettorale, avviata in modo sonnolento, ha preso colore e accelerazione nelle ultime settimane, arricchita anche da una ridda di sondaggi che si sono rincorsi a ritmo quotidiano e che andranno avanti fino al giorno delle votazioni, non esistendo in Germania l’obbligo del silenzio elettorale. In tutto corrono 34 partiti e 4.500 candidati. Gli aventi diritto sono quasi 62 milioni. I seggi si aprono alle 08:00 e si chiudono alle 18:00: a seguire exit poll e proiezioni. Gli ultimi sondaggi indicano un testa a testa fra i due schieramenti: la coalizione cristiano liberale (Cdu-Csu/Fdp) della cancelliera Merkel, e i tre partiti di sinistra, socialdemocratici (Spd), Verdi e Linke. Il rapporto si aggira, oscillando fra un punto di vantaggio per il governo e la parità, attorno al 45% per parte. Il problema sono le possibili coalizioni dopo il voto. Al momento sembra che le costellazioni auspicate dai contendenti – Merkel e lo sfidante Peer Steinbrueck – abbiano scarse o nessuna chance di vincere: la coalizione cristiano liberale ha al massimo un voto di maggioranza. Inoltre non è affatto detto che la Fdp ce la faccia a superare il 5% (anche se si respira ottimismo). D’altra parte la coalizione rosso-verde, obbiettivo dichiarato di Steinbrueck, è con sicurezza esclusa perché arriverà al massimo al 37%. In soccorso potrebbe arrivare teoricamente la Linke, ma sia Steinbrueck che il partito hanno escluso tassativamente una coalizione rosso-rosso-verde. Se la Merkel non farà il bis con i liberali, l’opzione più probabile, se non la sola, sarà una grande coalizione nero-rossa con la Spd. Già la cancelliera l’ha guidata al suo primo mandato (2005-2009) con Steinbrueck al dicastero delle finanze. Il rapporto fra i due era ottimo e la grande coalizione lavorò bene. Ora ci scommettono tutti i principali commentatori e i partiti si stanno preparando dietro le quinte, anche se a parole l’ipotesi è tabù e nessuno la evoca: ai comizi sia la Merkel che Steinbrueck ripetono fino alla noia il mantra di volere solo una coalizione nero-gialla e rosso-verde. In una grande coalizione la Merkel potrebbe azzardarsi a metter mano a tutte quelle riforme che non ha fatto finora (campa sugli allori del predecessore Schroeder, secondo i suoi critici) e che impone agli stati in crisi in Europa. Una grande coalizione potrebbe liberarsi più facilmente del dogma del rigore e a parlare più facilmente di crescita. In teoria, esiste una terza opzione, una coalizione nero-verde fra Cdu-Csu e i Gruenen: sarebbe una novità assoluta a livello federale e avrebbe una maggioranza confortevole al Bundestag, ma i broker elettorali non ci scommettono. La sola, e molto teorica, coalizione che potrebbe scalzare la Merkel sarebbe una cosiddetta ‘semaforo’ fra Spd, Fdp e Verdi ma data l’emorragia di voti dei Verdi nei sondaggi, mancano i numeri, e lo scenario di una cancelliera sconfitta è salvo improbabili sorprese, del dominio della fantapolitica. Ultimi comizi dei candidati: Steinbrueck, a Francoforte, ha annunciato che il governo ha le ore contate e che la coalizione rosso-verde può farcela. Merkel, fra Berlino e Stralsund, ha chiuso il suo imponente tour di 60 comizi in un mese, dicendo che sarà molto dura e chiedendo “personalmente ai tedeschi di darmi un forte mandato per poter servire la Germania altri quattro anni”. E’ probabile che lo riceverà: resta solo da vedere chi sarà ammesso al suo fianco a governare. (Flaminia Bussotti/ANSA)

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