PD: Epifani rassicura, Renzi non si fida

ROMA – Guglielmo Epifani è pronto a scommettere che venerdì in direzione si chiude l’odissea delle regole e si cala il sipario su ”discussioni indegne” come quelle che hanno segnato l’assemblea. Ma Matteo Renzi ha ancora dubbi che il congresso si svolga entro l’8 dicembre perchè l’unico obiettivo di ”un gruppo dirigente rancoroso” è bloccare la sua conquista del Pd. Non si alleggerisce tra i dem la cappa di sospetti mentre è in corso l’ultima mediazione per un ‘patto politico’ tra candidati che consenta, in caso di elezioni anticipate, ad altre personalità, come il premier Enrico Letta, di correre alle primarie per la premiership.

A fare fronte comune contro lo slittamento del congresso sono i principali candidati alla guida del Pd. Il sindaco di Firenze e Gianni Cuperlo insistono perchè, dopo il fallimento dell’assemblea di sabato, la data dell’8 dicembre resti un punto fermo. Renzi, di fatto già in campagna congressuale, si chiama abilmente fuori dalla polemica sulle regole, che ‘puzza’ troppo di politichese:

– Io sto in un angolino, quando hanno sfogato tutti i loro rancori ci facciano un colpo di telefono e ci dicano ‘venite a votare’.

Ma, regole a parte, il rottamatore sta tutt’altro che in disparte sui temi caldi, a partire dalla funzione del governo delle larghe intese o, come ripete Renzi, il ”governo Letta-Alfano”.

– L’esecutivo – spiega -non ha nulla da temere dal Pd: non siamo noi a fare ‘o fa cosÌ o te ne vai’. Quello lo fa Brunetta, non il Pd.

E tornando ad assicurare di non ”avere alcuna fretta di far cadere il governo, ma di farlo lavorare”, insiste sul fatto che “il problema del governo Letta-Alfano è che ha senso se fa le cose, non se le rinvia”. Stoccate e punzecchiature che certo fanno tutt’altro che piacere al presidente del Consiglio.

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