Aldo Miccicchè estradato: è in Italia

CARACAS –  E’ avvenuto tutto secondo la prassi; il copione è stato rispettato fino ai minimi particolari. Così il faccendiere calabrese Aldo Miccicchè, arrestato il 24 luglio dell’anno scorso in esecuzione di un mandato di cattura per l’estradizione emesso su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, è stato consegnato dalla polizia giudiziaria venezuelana ai due agenti dell’Interpol-Italia, che lo hanno riaccompagnato in Italia. Miccicchè è stato imbarcato su un volo dell’Alitalia diretto a Roma. La notizia è stata confermata da fonti della nostra Ambasciata che hanno tenuto a sottolineare la fattiva collaborazione delle autorità venezuelane (dal ministero degli Interni a quello degli Esteri, dalla polizia giudiziaria all’Interpol) che ha permesso di chiudere una vicenda che si prolungava ormai da più di un anno.

Miccichè è accusato di associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria «Cent’anni di storia» contro le cosche Molè e Piromalli di Gioia Tauro, sfociata in un’operazione che nel luglio 2008 portò all’arresto di 18 persone. Ma non, appunto, di Miccicchè che riuscì a fuggire all’estero: in Venezuela. E’ qui, nel suo “esilio dorato”, grazie anche alle complicità di personaggi della nostra Collettività (è quanto emerge dai contenuti di una intercettazione telefonica tra il faccendiere di Gioia Tauro e un funzionario del Pdl, Filippo Fani, collaboratore di Barbara Contini) che nel 2008 diventa protagonista di rilievo dei  brogli elettorali ai danni dell’on. Marisa Bafile, la candidata venezuelana che, con una votazione onesta sicuramente avrebbe trionfato in quella contesa elettorale.

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