Napoli torna in vetta. Birsa salva il Milan

GENOA-NAPOLI 0-2

Genoa (3-5-2): Perin 5,5, Gamberini 5 (37′ pt Stoian 6,5), Portanova 6, De Maio 6,5, Vrsaljko 6,5, Biondini 6, Matuzalem 5,5 (14′ st Fetfatzidis 6), Kucka 5, Antonini 5,5 (1′ st Santana 6), Calaiò 4,5, Gilardino 5 (32 Donnarumma, 53 Bizzarri, 2 Sampirisi, 10 Lodi, 14 Cofie, 26 Centurion, 44 Sokoli, 69 Sturaro, 77 Konate). All.: Liverani 5.

Napoli (4-2-3-1): Reina 6, Mesto 6,5, Britos 6,5, Albiol 6,5 (1′ st Cannavaro 6,5), Zuniga 6,5, Inler 6, Behrami 6,5, Insigne 6, Pandev 7,5 (35′ st Dzemaili), Callejòn 6, Duvan Zapata 6 (13′ st Higuain sv). (1 Cabral, 15 Colombo, 3 Uvini, 14 Mertens, 17 Hamsik, 21 Fernandez, 22 Radosevic, 27 Armero). All.: Benitez 7.

Arbitro: D’Amato di Barletta 6 Reti: pt, 14′ e 24′ Pandev Angoli: 7 a 5 per il Napoli Recupero: 1′ e 3′ Ammoniti: Mesto, Matuzalem, Kucka per gioco scorretto; Higuain per proteste. Spettatori: 24.000 circa

I GOL -14′ pt: Kucka sbaglia il passaggio a centrocampo all’indietro e libera Pandev che arriva tutto solo davanti a Perin e lo batte con un rasoterra facile facile. -24′ pt: un passaggio in mezzo all’area del Genoa deviato da un difensore libera ancora Pandev davanti a Perin che viene battuto con un altro rasoterra angolato.

GENOVA. – Benitez affida a Pandev la pratica Genoa, e il macedone in dieci minuti fa tutto: segna i due gol decisivi contro i rossoblu e riporta il Napoli in testa alla classifica. In attesa che scenda in campo la Roma, i partenopei comunque conquistano tre punti d’oro giocando da grandi, nonostante il tanto discusso turnover operato da Rafa. E’ fin troppo facile la vittoria al Ferraris contro il Genoa, con due mezzi regali della squadra di Liverani, troppo timida e bloccata nel primo tempo. L’allenatore del Genoa, che ritrova Kucka a centrocampo per la prima volta quest’anno, e fa riposare Lodi, dovrà farsi venire delle idee nuove. Benitez, che parte invece con Pandev al posto di Higuain e Duvan Zapata al posto di Hamsik per farli riposare, riceve solo conferme: si vince anche senza il campione argentino. Iniziano a ritmi bassi le due squadre ma il Napoli crea subito due occasioni sventate dai difensori rossoblù. Alla terza (14′ pt), propiziata da un passaggio all’indietro errato di Kucka, Pandev arriva tutto solo davanti a Perin e lo supera con un rasoterra angolato. Troppo facile l’1-0. Benitez e i suoi ringraziano. Dopo dieci minuti Pandev sigla il due a zero. Anche questa volta con una discreta facilità. Un rimpallo lo libera in area a destra, la difesa genoana resta ferma e il povero Perin vede sfilare il tiro rasoterra fino nell’angolo lontano. Per la squadra di Liverani si rivedono i fantasmi della Fiorentina. Per fortuna questa volta l’avversario ha altri pensieri. Il Napoli è padrone del campo e del gioco. Fa girare la palla dove più gli aggrada, rallenta e accelera il ritmo a suo piacimento. Il Genoa è incapace di reagire, di cambiare qualcosa per provare a pungere. L’area avversaria è quasi inavvicinabile per gli undici di casa. Prima della fine del tempo Liverani leva Gamberini, mette la difesa a quattro arretrando Vrsaljko, e inserisce Stoian in avanti sulla fascia sinistra. L’ex Chievo riesce a rianimare un poco il gioco ma non abbastanza. Nella ripresa altra idea. Fuori Antonini, dentro l’attaccante esterno Santana e attacco a quattro, con difesa nuovamente a tre. Cambia niente se l’obiettivo è tirare in porta ma almeno si ravviva il gioco. Il Napoli si chiude e diventa pericoloso in contropiede. Col passare dei minuti inizia a faticare sulle fasce, sente la pressione degli attaccanti avversari, a tratti va in affanno. Gila buca la difesa sul filo del fuorigioco e viene atterrato in area ma il guardalinee ha alzato la bandiera. Benitez mette Higuain per Duvan. Ma non serve. Reina resta quasi inoperoso. La differenza tra le due è enorme. Il Napoli conferma di essere a livelli altissimi se non si distrae come con il Sassuolo, Genoa dovrà lottare per salvarsi.

 

MILAN-SAMPDORIA 1-0

Milan (4-3-2-1): Abbiati 6; Zaccardo 5.5, Zapata 6, Mexes 6, Constant 5.5; Poli 6.5 (30′ st Nocerino sv), De Jong 6.5, Muntari 5 (1′ st Emanuelson 6); Birsa 7 (21′ st Niang 6), Robinho 6.5; Matri 5. (1 Amelia, 59 Gabriel, 20 Abate, 33 Vergara, 24 Cristante). All.: Allegri 6.5.

Sampdoria (4-4-2): Da Costa 6.5; De Silvestri 6, Mustafi 6.5, Regini 5.5, Costa 6; Gavazzi 5.5, Obiang 6.5, Palombo 5 (16′ st Kristicic 6), Wszolek 5 (7′ st Soriano 6); Sansone 5.5, Gabbiadini 5 (22′ st Petagna 6). (30 Fiorillo, 92 Tozzo, 13 Berardi, 7 Castellini, 28 Gastaldello, 27 Eramo, 33 Gentsoglou, 5 Renan, 9 Pozzi). All.: Rossi 5.5.

Arbitro: Peruzzo 6. Reti: nel st 1′ Birsa. Recupero: 0′ e 3′. Angoli: 7-2 per il Milan Ammoniti: Costa, Gavazzi, Kristicic per gioco scorretto. Spettatori: 31.575 per un incasso di 760.905,76

I GOL – 1′ st: servito da Robinho, rasoterra vincente di Birsa che dal limite insacca nell’angolo basso alla sinistra del portiere.

MILANO.- Mario Balotelli guarda la partita del Milan dalla tribuna: i suoi compagni stringono i denti, soffrono e vincono per 1-0 (rete di Birsa al 1′ del secondo tempo) contro una stanca ed evanescente Sampdoria. Una vittoria della volontà più che della qualità in una partita tra due squadre timorose, a corto di punti e di idee. Clima surreale a San Siro: Curva Sud chiusa, tifosi polemici e tensione all’interno dello stadio dove risuonano cori contro i napoletani che potrebbero costare caro al Milan. Fuori la protesta degli ultras. In campo le cose non vanno molto bene: i rossoneri ci mettono impegno ma la qualità scarseggia. E’ un Milan malinconico senza i suoi assi: gioca un calcio prevedibile, senza intuizioni, senza fantasia. Balotelli sconta la squalifica, Kaká – l’uomo che doveva fare la differenza – è infortunato: l’attacco è sterile con Matri che non ingrana. Il centrocampo – privo del suo faro Montolivo, anche lui ko – non sa costruire. Salva la situazione un grande De Jong. La difesa arranca sulle solite palle inattive ma riesce a non prendere gol. Allegri non ha scelta: gioca (e fa bene) la carta Birsa che si dà un gran daffare e mette a segno una rete pesantissima, si affida a Matri e Robinho, opta per Zaccardo al posto di Abate. La squadra è l’ombra di se stessa e, dopo un primo tempo molto modesto, si becca anche i fischi dei pochi convenuti allo stadio. La Sampdoria è in crisi profonda: la coppia d’attacco Sansone-Gabbiadini produce poco anche se la migliore occasione del primo tempo è’ dei doriani con un colpo di testa di Costa al 27′, di poco fuori. Il Milan fa un possesso inconcludente: al 17′ Robinho offre un bel pallone a Constant che spara a destra della porta. Al 24′ bella punizione di Birsa, alta di poco. Ancora Birsa cerca Matri che al 30 ‘ non riesce a calciare. Primi quarantacinque minuti opachi e poco divertenti: alla ripresa Allegri richiama Muntari e manda in campo Emanuelson. Un giro di lancette e – su assist di Robinho – Birsa trova il gol partita grazie a un rasoterra velenoso che beffa Da Costa. Per il Milan è la fine di un incubo, prende fiducia e potrebbe raddoppiare subito dopo. Gran botta di Birsa, respinge Da Costa, recupera Poli ma Robinho sbaglia da un metro. La Sampdoria tarda a reagire, non impensierisce quasi mai Abbiati mentre i rossoneri ci mettono cuore e fanno la partita. Ci prova Soriano ma il suo colpo di testa è debole. Al 18’ ancora pericoloso il Milan con Matri, sfortunato questa sera: l’attaccante si impossessa di un ottimo pallone, entra in area ma scarica addosso al portiere. La partita sembra chiusa: la Sampdoria – rinunciataria e confusa – raccoglie le ultime forze per cercare il pareggio. Delio Rossi ‘chiama’ Krsticic e Petagna e la squadra diventa più aggressiva. Sufficienti Mustafi, De Silvestri e Obiang. Latita l’attacco: esce Gabbiadini ma il risultato non cambia. Sansone si danna e ci prova in tutti i modi. Il finale è a favore del Milan con una grande azione di Niang subentrato a Birsa che lascia il campo fra gli applausi. Il Milan porta a casa tre punti preziosi e incrementa la classifica portandosi a otto punti. Oggettivamente non si poteva fare di più: troppo pesanti le assenze per una squadra rattoppata e povera di talento. I rossoneri dimostrano però di saper soffrire. Una qualità che potrebbe non bastare per i prossimi terribili impegni di Champions contro l’Ajax (Amsterdam, 1 ottobre) e di campionato contro la Juventus (Torino, 6 ottobre). Quasi un girone dantesco: serve un miracolo per un Milan che è sembrato davvero piccolo.