Si studia un governo di scopo

ROMA. – Pochi nel Pd si erano illusi di essere ad un passo dalla crisi. E l’ultimo strappo di Silvio Berlusconi allarga il fronte del malessere dem verso le larghe intese e l’impressione che il ritorno alle urne è più vicino. ”L’irresponsabilità sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili, siamo ad una crisi al buio che non si vedeva dal dopoguerra”, si indigna Guglielmo Epifani che ora dovrà gestire una fase delicatissima tra esecutivo e congresso che, a questo punto, potrebbe essere in forse. Epifani ha trascorso buona parte della giornata insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il leader Pd, nell’ultimo periodo uno dei principali sostenitori del premier Letta, è rimasto spiazzato, ma non sorpreso, dall’ultima mossa del Cavaliere che ”sono un ulteriore azione di sfascio per l’azione del governo”. Ma da tempo il Pd aveva perso l’illusione che il governo potesse durare l’intera legislatura e realizzare l’ambizioso progetto di riforme, a partire da quelle costituzionali, che si era prefisso nel programma originario. A questo punto, però, il ritorno alle urne, pur messo in conto, deve fare i conti con la necessità imprescindibile di cambiare la legge elettorale. ”Altrimenti dopo le elezioni saremo di nuovo al punto di partenza”, è la convinzione di tutti, compreso il sindaco di Firenze Matteo Renzi. ”Cambiarla è un passaggio obbligato prima di tornare a votare ma non sarà facile”, ammette il leader Pd. La via che il Pd immagina è quella di un governo di scopo che con la legge di stabilità metta in sicurezza il paese rispetto ad un nuovo assalto della speculazione. Con la caduta del Governo e l’eventuale ritorno alle urne si rischia che sia la Troika a ”fare la legge di Stabilità al posto nostro”, avverte il viceministro Stefano Fassina. Una nuova maggioranza in realtà è tutta da costruire anche se Nichi Vendola si dichiara disponibile ad un governo che, prima di tornare alle elezioni, cambi il Porcellum e faccia la finanziaria. Ma il Pd deve mettere in conto che precipiti tutto e si torni al voto. Facendo i conti con un congresso alle porte. Che, con elezioni a breve, sarebbe ‘congelato’ lasciando Epifani al suo posto. E svolgendo le primarie per la premiership alle quali in molti sono convinti che parteciperà anche Enrico Letta. Anche se, in realtà, il presidente del Consiglio vuole fare la sua parte fino in fondo e, a quanto si apprende, potrebbe guidare un nuovo governo che porti il paese alle elezioni. (Cristina Ferrulli/ANSA)

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