GIRONE F. Il Napoli si inchina all’Arsenal

LONDRA – Troppo forte l’Arsenal, troppo duro l’impatto con l’Emirates Stadium. Privo di Gonzalo Higuaín, il Napoli cede di schianto davanti ai ‘Gunners’ e va sotto due volte nei primi quindici minuti. Il match, in pratica, finisce ancora prima di iniziare, con gli Azzurri incapaci di reagire e l’undici di Wenger che gioca in sicurezza fino alla fine.

Senza il suo uomo più rappresentativo, Benítez lancia Pandev al centro dell’attacco, arretra Callejón e Insigne sulla linea dei centrocampisti e si affida alle invenzioni di Hamsík, apparso però un po’ timido.

Più che il forfait dell’ex Real Madrid, però, il Napoli paga le amnesie difensive. L’Arsenal, infatti, sfonda subito sulla destra e alla prima occasione va a bersaglio: Ramsey sfugge a Zúñiga e pennella un cross basso per l’accorrente Ozil, sinistro di prima intenzione e palla che accarezza il palo interno alle spalle di Reina. Otto minuti e i Gunners sono già avanti.

Ozil esulta, l’Emirates esplode, il Napoli resta groggy e l’Arsenal manca il raddoppio neanche un minuto dopo con Flamini che non riesce ad angolare a sufficienza il destro da fuori area. L’appuntamento con il gol, però, è rinviato solo di sei minuti. Al 15’ infatti Ozil – ancora lui – approfitta di un rinvio corto di Britos, va sul fondo e offre a Giroud un assist perfetto da spingere solo in rete. Due a zero e partita in ghiaccio.

Perché la reazione del Napoli produce solo un colpo di testa fuori misura di Britos su calcio d’angolo da destra e qualche tentativo sbilenco da fuori area, prima con Callejón e poi con Insigne. Anzi, è l’Arsenal a sfiorare il tris con Ramsey che si fa murare da Albiol e Flamini che sbaglia il tap in a due passi da Reina.

La musica non cambia neanche nella ripresa, con i Gunners in attacco e Rosicky che manca il pallone nell’area piccola. Benítez prova a mischiare le carte, richiama in panchina Pandev per inserire Mertens e spostare Callejón nell’inedita posizione di centravanti, ma la produzione offensiva del Napoli resta insufficiente nonostante il fantasista belga firmi il primo tiro nello specchio della porta degli azzurri.

Cambia anche Wenger, fuori Rosicky e dentro Wilshere, ma ormai è solo accademia. L’Arsenal non affonda più e si limita a gestire il possesso palla, forte anche della superiorità nel gioco aereo. Proprio da un cross dalla destra nasce un’occasionissima per Koscielny disinnescata da Reina.

È l’ultimo sussulto d’una partita finita ancora prima di cominciare. Come nei sei lunghi anni vissuti sulla panchina del Liverpool, neanche stavolta Benítez è riuscito a espugnare l’Emirates Stadium.

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