Naufragio: Napolitano: “Provo orrore e vergogna”

ROMA  – “Provo vergogna e orrore”: due sole parole, queste del presidente Napolitano, che definiscono i sentimenti di un’intera nazione di fronte alle immagini di morte che vengono da Lampedusa, dove centinaia di persone hanno perso la vita ai confini meridionali dell’Europa per fuggire da guerre e povertà.

E’ invece il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a dare voce alle preoccupazioni del Governo di fronte all’ampiezza della tragedia di Lampedusa che rende chiaro come l’Italia non possa più essere lasciata da sola nella difficilissima operazione contro il traffico di essere umani.

– L’unione europea – è il suo appello – si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo. Dal canto suo, Enrico Letta, che subito cerca di organizzare gli interventi d’emergenza che prevedono anche una logistica complessa, dice a caldo:

– E’ una tragedia.

Consiglio dei ministri e lutto nazionale. Sono i primi provvedimenti dell’esecutivo che si trova – a meno di 24 ore dal voto di fiducia – a dover fronteggiare un’emergenza senza precedenti ad alto impatto mediatico. Le foto con decine e decine di cadaveri allineati sul pontile di Lampedusa non saranno dimenticate con facilità dagli italiani. Né dal presidente della Repubblica.

Giorgio Napolitano è stato ieri costretto ad intervenire tre volte sul tema immigrazione. La prima in mattinata quando ha chiesto nuove politiche dell’asilo di fronte alla tragedia di Ragusa dove sono morti 13 immigrati costretti a buttarsi a mare dagli scafisti. La seconda quando le prime notizie provenienti da Lampedusa delineavano già una strage senza precedenti.

“Non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell’Unione Europea, di fronte a queste continue stragi d’innocenti” ha scritto Napolitano chiedendo che vengano organizzati ”presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di morte” e che si finanzi Frontex (l’agenzia europea per il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE) per renderla finalmente operativa. La terza in serata, quando ha anche chiesto ”verifiche” su ”norme di legge che fanno ostacolo ad una politica dell’accoglienza, degna del nostro Paese”.

Le dimensioni del dramma compattano non solo il governo ma anche la rinata maggioranza sulla necessità di reagire e di portare il tema all’attenzione di Bruxelles.

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