Cav prima sconfortato poi la rabbia

ROMA – Le notizie che arrivano dal Senato dove la giunta per le Elezioni ha votato a favore della sua decadenza da senatore, non colgono di sorpresa Silvio Berlusconi impegnato a palazzo Grazioli in un incontro fiume (tre ore circa) con Angelino Alfano ed i 2 capigruppo del partito alla ricerca di una mediazione per evitare la spaccatura del Pdl. Avvertito dai suoi collaboratori dell’esito della votazione a palazzo Madama, l’ex capo del governo non avrebbe mostrato nessuna sorpresa.

– Ormai non posso più avere fiducia nella giustizia – sarebbe stato il commento a caldo dell’ex premier che poi ha trasferito tutta la sua rabbia, nonostante il verdetto atteso, in una nota al vetriolo in cui ribadisce quello che ormai da mesi dice in privato: il voto costituisce ”un colpo al cuore della democrazia”, una “decisione indegna” il cui obiettivo era “quello di eliminare l’avversario politico”.

Che l’esito fosse più che scontato lo dimostra la batteria di comunicati del Pdl arrivati pochi minuti dopo la decisione della giunta. Sulla vicinanza al Cavaliere si ricompone l’unità del partito così come sulla speranza che in Aula a scrutinio segreto possa arrivare la sorpresa con un ribaltamento del verdetto. Qualche sfumatura solo in alcune dichiarazioni dell’ala cosiddetta ‘lealista’ in cui si punta il dito contro il Partito Democratico senza però mai mettere in discussione il governo.

Certo, ai suoi fedelissimi, l’ex capo del governo non ha nascosto l’amarezza e soprattutto la convinzione del disegno politico messo a punto per eliminarlo definitivamente dalla scena politica.

– Che senso aveva andare in giunta – è il ragionamento fatto con i suoi uomini – solo per subire un’ennesima umiliazione. Quello che penso è nella memoria difensiva depositata in cui abbiamo ricusato i giudici chiedendo la revisione del processo.

La partita si sposta ora all’aula del Senato chiamata ad esprimersi sulla decisione della giunta. E se il Cavaliere aveva già deciso da tempo di non intervenire in Giunta, non è detto che possa cambiare idea per il passaggio finale. Nei piani dell’ex capo del governo infatti già da diverso tempo, e prima del caos legato alla tenuta di governo, c’era l’idea di tenere un intervento a Palazzo Madama, l’ultimo da senatore. Gli occhi sono ora puntati sulla Corte europea che a detta dell’ex capo del governo deve intervenire per ridare il giusto corso alla giustizia

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