Processo Condor: l’Italia sará parte civile

ROMA: “La decisione assunta in queste ore da parte del Presidente del Consiglio Enrico Letta di formalizzare la richiesta di costituzione di parte civile dell’Italia nel cosiddetto “ Processo Condor “, che si aprirà a Roma il prossimo 11 ottobre, costituisce un gesto di sensibilità e di responsabilità istituzionale salutato con grande soddisfazione dalle associazioni per i diritti civili, italiane e latinoamericane, e dai familiari delle vittime che hanno voluto questo processo e che non hanno mai smesso di rivendicare “verità e giustizia” per i propri cari, cittadini italiani “desaparecidos”, assassinati, torturati, incarcerati”. 

E’ quanto afferma Luciano Neri, Responsabile della Consulta Italiani nel Mondo e Presidente del Cen.R.I che, assieme a Jorge Ithurburu dell’Associazione 24 Marzo, a numerosi familiari delle vittime, ad esponenti del mondo dell’emigrazione ed a senatori e deputati, aveva rivolto nei giorni scorsi un appello proprio al Presidente Letta per sollecitare la costituzione di parte civile dello Stato Italiano nel processo.

– Negli anni scorsi – ha affermato Luciano Neri – la magistratura italiana ha portato avanti due processi importanti, il processo “Suarez Mason” e il “Processo Esma “ nel corso dei quali sono stati riconosciuti e puniti i  crimini commessi da militari ed esponenti della dittatura argentina nei confronti di cittadini italiani. Ma questo che si apre venerdì prossimo è un processo ancora più importante, è il primo processo nel quale vengono indagate e giudicate non le azioni di una dittatura di un singolo Paese, ma i responsabili di un Piano criminale, il “Plan Condor” appunto, attivato in forma congiunta negli anni ’70 dalle diverse dittature in Argentina, Cile, Brasile, Paraguay e Uruguay contro gli esponenti dell’opposizione democratica, politica, sindacale, studentesca o religiosa che fosse. Un piano criminale – conclude Luciano Neri – che ha determinato dei costi umani spaventosi : 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse, 400.000 incarcerate. Tra queste oltre 1000 erano cittadini italiani”.

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