Braccio di ferro sulla Bossi-Fini

ROMA – Tocca ancora una volta a Giorgio Napolitano scendere in campo per spegnere l’incendio sul nascere all’interno del ‘neonato’ governo Letta. Questa volta si tratta di una pericolosa polemica sulla legge che ancora regola l’immigrazione clandestina, la Bossi-Fini che da sempre viene osteggiata dalla sinistra e dal mondo cattolico.

Giacciono ancora nei fondali blu di Lampedusa decine e decine di cadaveri che già si cerca il colpevole di questa strage.

– Non è il momento di fare polemiche – dice in sostanza il ministro degli Interni da Lampedusa cercando di rintuzzare le accuse di quanti legano il gravissimo incidente alla contestatissima legge del 2002, quando Gianfranco Fini era vicepresidente del Consiglio di un governo a guida Berlusconi. Ad esempio il segretario del Pd, che da Napoli ha spiegato che “bisogna ricreare una cultura dell’accoglienza e del rispetto dei diritti delle persone piu’ forte”. Per fare questo, ha aggiunto Guglielmo Epifani, ”la Bossi-Fini va cambiata perchè era fondata sull’idea di paura”

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