Pdl-Pd, Imu: la battaglia sulla prima casa dei ‘ricchi’

ROMA – Una battaglia politica, molto interna al Pd ma che coinvolge anche Scelta civica, fa fibrillare il governo e anche qualche centinaia di migliaia di proprietari di case che temono ora di dover pagare la prima rata dell’Imu. Oggi, infatti le commissioni Bilancio e Finanze delle Camere voteranno degli emendamenti al decreto che abroga la rata di giugno dell’Imu, uno del Pd e due di Scelta civica, che rimettono in discussione questa decisione del governo, prevedendo che le fasce medio alte paghino l’imposta. Scenario che scombussolerebbe gli equilibri politici appena ritrovati con il voto di fiducia.

I parlamentari del Pd della commissione Bilancio hanno presentato un emendamento che fa pagare l’Imu a tutte le abitazioni con rendita catastale oltre i 750 euro, destinando il ricavato al

ribasso dell’aliquota Iva dal 22 al 21% a novembre e dicembre, e ad altre misure sociali (affitti, Cig). Riguardando l’Iva, l’emendamento era stato dichiarato inammissibile dai presidenti delle commissioni, Francesco Boccia (Pd) e Daniele Capezzone (Pdl), per estraneità di materia, insieme ad altre 322 proposte di modifica su 450.

Il capogruppo Pd Maino Marchi ha fatto ricorso e ha visto riammesso il testo, con l’esclusione della parte riguardante l’Iva. A rincarare la dose due emendamenti di Scelta civica, uno di Enrico Zanetti e Andrea Romano, e il secondo di Gianfranco Librandi. Il primo emendamento innalza da 200 a 300 euro la franchigia, facendo pagare la residua parte dell’imposta oltre tale soglia; il secondo prevede che i redditi oltre i 55.000 euro paghino un decimo della rata di giugno. Se il Pd vuole sottolineare la necessità di riequilibrare gli interventi del governo con norme sociali e, quindi, più ”di sinistra”, Scelta civica vuole tenere il punto su un elemento che aveva sempre sostenuto, e cioè che l’esenzione Imu per i ceti più agiati è sbagliata dal punto di vista dell’equità e da quello economico.

Ma entrambe le proposte non tengono conto che una loro approvazione metterebbe in grave difficoltà Angelino Alfano, e quindi l’equilibrio della coalizione. Per questo il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, assai vicino al premier Letta, ha lanciato un appello a ritirare tutti gli emendamenti sulla prima rata dell’Imu. Oltre tutto ha sottolineato Boccia, ”le case di lusso l’Imu la pagano; il decreto esclude dall’esenzione le abitazioni signorili accatastate come A1, le ville di categoria A8 e i castelli della categoria A9”. E poi hanno ricordato Boccia e Capezzone, il Tesoro ha già pagato ai comuni la compensazione del mancato introito dell’Imu di giugno. Se si cambiano le norme i comuni dovrebbero restituire i soldi. In serata Marchi ha dichiarato che il Pd ”potrebbe ritirare o riformulare” l’emendamento se il governo darà ”risposte soddisfacenti” sui temi sociali, ma da Scelta Civica non sono giunti analoghe disponibilità. ”Speriamo che la notte porti consiglio” ha detto Capezzone

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