Nobel Medicina agli esploratori delle cellule

ROMA  – Possono essere considerati gli esploratori delle cellule, i tre vincitori del Nobel per la Medicina 2013. Gli americani James E. Rothman e Randy W. Schekman, premiati insieme al tedesco Thomas C.Suedhof, hanno gettato le basi per studiare in modo nuovo le malattie, partendo cioè dagli errori che avvengono nel cuore delle cellule.

E’ un campo che è appena agli inizi, ma che secondo alcuni potrebbe avere un grandissimo impatto sulla medicina del futuro, confrontabile perfino a quello che ha avuto la scoperta della struttura a doppia elica del Dna. Così come la chiave per capire molte malattie si nasconde nei geni, nella macchina complessa che fa funzionare le cellule c’è il grimaldello per comprenderne molte altre: da quelle del metabolismo, come il diabete, ad alcune malattie del sistema nervoso, compresa la schizofrenia, fino alla fibrosi cistica.

E’ un Nobel nel quale c’è anche un pizzico di ricerca italiana, considerando che nella bibliografia delle motivazioni viene citato lo studio coordinato da Cesare Montecucco, dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell’università di Padova.

– Per noi le cellule sono come delle cittadelle medioevali, chiuse da una cinta di mura e con un vivacissimo traffico fra esterno e interno – spiega Montecucco. Rothman, Schekman e Sudhof hanno il merito di aver superato le ”mura” che proteggono le cellule e di avere osservato da vicino il traffico che trasporta continuamente fuori dalle cellule le molecole utili a tutto l’organismo, ‘impacchettate’ all’interno di vescicole.

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