Franco Dellerba e le sue “Migrazioni”: la mostra al MAC

Caracas – Una sala bianca, undici sculture molto vistose (sia per i colori che per i curiosi animali e la bellezza e l’armonia che ci trasmettono) ed una combinazione di numeri che ci seduce grazie alla luce che ne viene fuori. Questi i protagonisti dell’esibizione “Migrazioni” dell’artista pugliese Franco Dellerba, inaugurata presso il Museo di Arte Contemporanea lo scorso venerdì 4 ottobre.

 Sono stati presenti l’Ambasciatore Paolo Serpi, la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Caracas Luigina Peddi e la responsabile del Museo di arte Contemporanea  Jacqueline Rousset. Quest’ultima ha definito il lavoro del Maestro come «un gioco di immagini che rappresentano la fusione e la trasformazione della specie animale».  Lo caratterizza come «una fusione di forme, colori e contenuti che nascondono emozioni e percezioni».

D’altro canto, l’Ambasciatore Serpi si è soffermato differenza tra le chimere della mitologia e quelle dell’artista. «Con “Migrazioni” Dellerba ci offre opere ispirate al mito delle chimere senza quella connotazione distruttiva e negativa presente nella mitologia. Anzi, le trasforma in elementi di crescita e sviluppo che superano i limiti del tempo e dello spazio di ogni società».

L’Ambasciatore ha inoltre evidenziato i tre punti centrali del lavoro di Dellerba: luce, movimento e spazio.

Durante il corso della serata, Dellerba ha condiviso le sue prospettive con tutti gli invitati: «La luce è un fattore molto importante perché da vita ai numeri. Così come nelle processioni religiose, dove la luce nelle immagini è ciò che attira l’attenzione delle persone. I numeri rappresentano il giorno dell’inaugurazione (4/ 1+9/ 2013) – ha spiegato l’artista – appunto il giorno della festa di San Francesco d’Assisi».

Arte, scienze e mitologia si fondono insieme per uno scultore e pittore che preferisce la semplicità e la gioia come motore del suo lavoro. Lo stesso Dellerba si vede come una persona “normale” perché essendo un’artista non offre quell’immagine stravagante e bohèmienne a cui in molti ci hanno abituato. La semplicità, infatti, non è soltanto una caratteristica del suo lavoro, ma altresì della sua personalità, come testimoniato dalla sua straordinaria disponibilità.

Carisma, saggezza, umiltà e simpatia sono le prime parole che ispira.

La serata si è conclusa con un brindisi nei giardini del museo organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura in onorare al Maestro.

Per tutti quelli che fossero interessati a visitare la mostra, resterà aperta al pubblico per due mesi nella Sala d’Educazione del Museo di Arte Contemporanea.

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