Legge Elettorale: ok M5s su spagnolo ma l’ipotesi divide il Pd

ROMA  – Roma guarda a Madrid: ma la strada verso la nuova legge elettorale di stampo iberico si fa più accidentata. La convergenza che negli ultimi giorni si sta registrando al Senato sul modello spagnolo, che ormai piace anche al movimento cinque stelle, ha messo le ali al lavoro dei relatori, la democratica Doris Lo Moro e il pidiellino Donato Bruno che oggi presenteranno un primo documento con le ipotesi in campo.

Ma l’accelerazione verso il modello spagnolo ha messo in allarme i renziani e i sostenitori del bipolarismo. Il sistema in vigore a Madrid (un proporzionale con collegi molto piccoli che servono a tagliare i piccoli partiti), dà una maggioranza certa se la competizione è tra due partiti o coalizioni; ma nel caso italiano, con tre partiti maggiori, rischia di non assegnare la vittoria a nessuno.

I 5 stelle si sono schierati apertamente sul sistema madrileno.

– Non so cosa intendano fare gli altri partiti: conosco quello che intendiamo proporre noi, un sistema simile a quello spagnolo, con soluzioni che guardano anche al sistema svizzero – spiega la capogruppo grillina al Senato, Paola Taverna, rendendo esplicita l’apertura dei cinque stelle.

I renziani non si fidano di quanto sta accadendo a Palazzo Madama. In primo luogo perché Renzi e i suoi vogliono una legge che abbia una chiara impronta maggioritaria. Ma anche perché, a loro dire, non sono mai stati consultati nella discussione. L’esplodere dei malumori nel campo del Pd ha consigliato al presidente dei senatori democratici Zanda di convocare una riunione del gruppo martedì prossimo, per fare il punto sulle varie proposte in campo.

A esprimere dubbi e perplessità nel Pd non c’è solo Renzi. Anche Rosi Bindi è scesa in campo per bocciare l’ipotesi spagnola “che ci condannerebbe alle larghe intese per chissà quanto tempo”. La Bindi, con un consenso trasversale dentro il Pd, propone invece un sistema elettorale , quello ideato dal costituzionalista Roberto D’Alimento, con un premio di maggioranza da assegnare a chi supera la soglia del 40 per cento. Se poi nessuna coalizione raggiunge il traguardo , si va a un ballottaggio tra i primi due.

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