Napolitano, sconvolgente emergenza gli sbarchi non si arrestano

ROMA. – Non si ferma il flusso di migranti verso le coste italiane. Superata quota 35mila dall’inizio dell’anno. Mentre ieri è partita l’operazione militare-umanitaria Mare Nostrum, oltre 600 persone sono state salvate dalle motovedette in sei distinti interventi. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha invitato ad affrontare subito la sfida della “sconvolgente emergenza delle tragedie in mare e dell’assillante dramma di Lampedusa, per la nuova ondata di profughi richiedenti asilo che non si è riusciti a prevenire e regolare su scala europea”. Il ministro della Difesa, Mario Mauro, è tornato su Mare Nostrum, spiegando che “sono già operativi degli assetti che normalmente non vengono impiegati, ci sono già più navi del solito. A partire dal 18 ci sarà anche una nave diversa, una unità anfibia col compito di coordinare tutte le altre navi. Complessivamente 6 navi della Marina Militare, ognuna con equipaggi da 80 fino a 250 uomini, con elicotteri a lungo raggio”. Il compito della missione, ha ricordato, “è umanitario, ovvero salvare le vite umane. Ma anche di sicurezza, le navi hanno una doppia ragione di presenza, navi militari col compito di identificare anche le navi madri, utilizzate dagli scafisti. Quando vengono individuate le navi – ha chiarito – procediamo a scortarle, vengono condotte al porto sicuro più vicino secondo le regole del diritto internazionale. Se non ci sono migranti che hanno bisogno di assistenza sanitaria e se il battello è in condizioni di navigare, la nave viene scortata verso il porto più sicuro e più vicino, non necessariamente italiano”. La precisazione non è piaciuta a Donatella Duranti (Sel), che ha invitato Mauro a riferire in Parlamento sulla missione ed ha espresso “grande preoccupazione per le affermazioni del ministro in merito ai trasferimenti nei porti più vicini dei profughi che non hanno bisogno di assistenza sanitaria. Non vorrei che si introducesse un nuovo, ed ennesimo, filtro alla concessione dell’asilo”. Intanto, la cronaca ha fatto registrare altri interventi di soccorso a carrette del mare in difficoltà a sud di Lampedusa e Malta: quattro nella notte e due in serata, per complessive 600 persone. Sul fronte giudiziario, si contano dieci fermi eseguiti dalla Guardia di Finanza tra l’equipaggio di un peschereccio che ha fatto da ‘nave madre’ per un barcone soccorso al largo della Calabria domenica scorsa con 226 persone a bordo. Soccorso risultato fondamentale, visto che il barcone, che si trovava a 150 miglia dalla costa, imbarcava acqua e rischiava di affondare. Hanno poi lasciato Lampedusa 237 feretri di migranti morti nel naufragio del 3 ottobre. Le navi li hanno portati a Porto Empedocle (Agrigento), da dove poi verranno distribuiti nei cimiteri dei Comuni che hanno dato la disponibilità ad accoglierli. “La tumulazione – ha spiegato la prefettura – non impedirà eventuali restituzioni dei corpi ai familiari che ne faranno richiesta”. Molti eritrei, attraverso la propria ambasciata, vorrebbero poter riportare in patria i corpi dei connazionali che hanno perso la vita nel naufragio dell’isola dei Conigli. Il presidente della Comunità eritrea in Italia, Derres Araia, ha avanzato la richiesta al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge in un incontro stamani a Roma. E il governo eritreo ha dato disposizione di affrontare le spese di trasporto e l’assistenza necessaria. Sul fronte politico, infine, ferve sempre la polemica sulla Bossi-Fini. “Non verrà cancellata. Mai!”, ha detto Umberto Bossi. “I politici – ha aggiunto – sono estremamente furbi, non possono ignorare ciò che vuole la gente”. Il leader di Sel, Nichi Vendola, ha invece lanciato una campagna per abolire la legge, che determina “morti ed inutili tragedie, per una nuova politica dell’immigrazione e per l’apertura di un canale umanitario da attivare subito in comune accordo con l’Europa”. Il presidente della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri, da parte sua, ha ricordato “l’articolo 10 della Costituzione che stabilisce che lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo in Italia”.