Maradona, Fisco chiede 39 mln

ROMA. – Il conto è scritto sull’avviso di mora recapitato dal fisco italiano a Diego Armando Maradona. Un importo a otto cifre: 39 milioni di euro. Con le firme necessarie e gli immancabili bolli. Ma l’ex calciatore sbuffa, consigliato dall’inseparabile avvocato anti-tasse: ”E’ un altro spot pubblicitario: ho subito una persecuzione nel Paese delle tasse”. Questa volta però il fisco non sceglie azioni spettacolari. ”Nessun accanimento, un atto dovuto”, ripetono ad Equitalia. Non ci sono finanzieri sulla scaletta dell’aereo per consegnargli la richiesta di pagamento. Sono invece due anonimi ispettori di Equitalia ad attendere Maradona con pazienza nella hall del lussuoso hotel Boscolo di Milano. ”Ho regalato solo amore per la gente e spettacolo sportivo senza mai fare male a nessuno ma subendo cattiverie”, dice l’ex calciatore. A differenza del passato i funzionari del fisco non vanno subito al dunque. Non pignorano né l’orologio d’oro né l’orecchino con brillante. Bisogna prima consegnare – impongono le nuove regole del ‘galateo’ degli accertamenti fiscali – un avviso di mora che per sei mesi darà la possibilità di attivare procedure di riscossione coatta delle somme dovute. Ad esempio incassando somme guadagnate con presenze in Tv o sponsorizzazioni. Già giovedì nel tardo pomeriggio i due funzionari si erano presentati alla concierge dell’elegante hotel milanese, a metà strada tra via Montenapoleone e il Duomo, per chiedere di Maradona. Ma il campione non era uscito dalla camera. Armati di pazienza gli ispettori non hanno però mollato la presa fino alla mattina successiva. Lo sapevano tutti. Diego Armando è atteso per Roma dove assisterà, da spettatore, alla sfida Roma-Napoli. Con El Pibe a Milano c’è anche il suo avvocato Angelo Pisani, che all’ultima tornata elettorale si è presentato a Napoli con una lista civica di centro destra in forte polemica con il fisco. Nessuna rimostranza però: Maradona questa volta non può far altro che firmare l’atto. ”Per la prima volta dopo 25 anni Maradona ha regolarmente ricevuto una fotocopia di una criptica richiesta milionaria”, spiega dopo Pisani in una nota, ribadendo la sua linea difensiva. Sostiene che ”per amore del vero i processi penali, civili e tributari tutti tentati in difesa del campione del secolo contro il sistema Fisco-Equitalia sono ancora in corso e non ci sono sentenze definitive”. Ma le cronache degli ultimi anni e le risultanze del fisco sembrano dire esattamente il contrario. L’ingente debito di Maradona, 39 milioni raggiunti con sanzioni e interessi, è stato più volte confermato dalle autorità giurisdizionali competenti. C’è una sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2005, quella della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli depositata nel giugno del 2012 e il verdetto sentenza della Commissione Tributaria Centrale del primo febbraio di quest’anno. Inoltre, con una ulteriore sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli del 10 gennaio di quest’anno divenuta definitiva per mancata opposizione che dichiara inammissibile il ricorso al quale contro un presunto rifiuto su istanza di sgravio. Certo il duello fiscale non è finito. Così se il legale di Maradona sembra accogliere la notifica con tranquillità, perché gli consente un nuovo ricorso, il fisco la vede come lo strumento che prelude ad un possibile incasso. Difficile, ad esempio, che la Rai possa pagare presenze Tv: una nuova norma impone alle società pubbliche di verificare, prima di saldare una fattura sopra i 10.000 euro, le eventuali pretese del fisco. Difficile, poi, anche aggirare pagamenti diretti tramite versamenti a società estere. Il fisco sul fronte estero è sempre più attento. E visto la cifra in ballo, ha acceso il proprio faro ed è difficile che torni a spegnerlo.

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