Compravendita di senatori. Le indagini della GdF non si fermano

NAPOLI. – All’indomani del rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita dei senatori, riprendono con più slancio le verifiche della Guardia di Finanza sui contatti tra il Cavaliere e i parlamentari del centro sinistra tra il 2006 e il 2008. Secondo i pm che indagano sulla compravendita, infatti, il caso De Gregorio non è isolato; anzi, offrire somme di denaro ai senatori perché lasciassero l’allora maggioranza guidata da Romano Prodi e provocassero così la crisi di governo era un vero e proprio sistema. Le fiamme gialle stanno compiendo nuove attività istruttorie, ascoltando molti politici in qualità di persone informate sui fatti e spulciando altrettanto numerosi conti bancari, sia in Italia sia all’estero. Si raccolgono insomma elementi che i pm Henry John Woodcock, Vincenzo Piscitelli, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio vorrebbero utilizzare come fonti di prova al processo che comincerà il prossimo 11 febbraio davanti alla VI sezione del Tribunale. Per rafforzare la tesi dell’accusa saranno con ogni probabilità chiamati a testimoniare anche i politici già ascoltati nel corso delle indagini preliminari, tra i quali lo stesso Romano Prodi, Anna Finocchiaro, Francesco Barbato, Nello Formisano e Giuseppe Caforio. Anche gli avvocati della difesa (Niccolò Ghedini e Michele Cerabona per Berlusconi, Guido Iaccarino per Valter Lavitola) stanno già affilando le armi e si preparano a sollevare una raffica di eccezioni, a cominciare da quella di incompetenza territoriale del Tribunale di Napoli. Arrivano intanto nuovi guai giudiziari per Valter Lavitola: il giornalista è infatti indagato per corruzione internazionale nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti a Panama. Avrebbe promesso al presidente Ricardo Martinelli la costruzione di un ospedale da parte di Impregilo, all’epoca dei fatti guidata da Massimo Ponzellini, in cambio dell’appalto per la realizzazione della metropolitana di Panama City. Gli accertamenti furono avviati in seguito all’intercettazione di una telefonata intercorsa nell’agosto del 2011 tra Ponzellini e l’ex premier Silvio Berlusconi (che non sono indagati). Nella conversazione, Berlusconi riferiva di aver saputo da Lavitola che ai panamensi premeva concludere l’accordo relativo all’ospedale: in caso contrario, Martinelli avrebbe rilasciato una dichiarazione pubblica per bloccare i lavori di Impregilo nel canale di Panama e ciò avrebbe provocato un crollo del titolo in Borsa.

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