RAI: Tarak Ben Ammar si fa avanti, pronti a comprarla

ROMA. – “Se la Rai è vendibile noi siamo qua”. A rafforzare le preoccupazioni di chi teme la privatizzazione della Rai arriva ora la candidatura di Tarak Ben Ammar, l’imprenditore tunisino attivo anche nel mondo dei media. “Penso che sia una cosa positiva privatizzare la Rai – ha detto a Radio 24 – la politica esce fuori dalla televisione. Sawiris si è comprato Wind, Telecom è degli spagnoli, perchè due arabi non possono essere soci con italiani per una Rai privatizzata?”. L’imprenditore, amico di Silvio Berlusconi e già membro del consiglio di amministrazione di Mediaset, si è anche spinto a parlare del rinnovo della concessione per il servizio pubblico che scadrà nel 2016. “Per rinnovare la concessione – ha sostenuto – dovremmo vedere la linea editoriale che il servizio pubblico dovrebbe avere”. Solo una candidatura per il momento, ma tanto basta per provocare la replica di partiti e sindacati, già preoccupati per l’incertezza che regna in vista del 2016 e per la scelta, contenuta nello schema di contratto di servizio in discussione, di distinguere, con un’indicazione in sovrimpressione, i programmi di servizio pubblico da quelli di intrattenimento. Un passaggio che – secondo Gennaro Migliore di Sel – potrebbe aprire la strada ad una privatizzazione, seppur parziale. “Il servizio pubblico è un tratto distintivo del welfare e, come tale, non può essere privatizzato o svenduto”, afferma invitando il governo a fugare ogni dubbio. “Il servizio pubblico – gli fa eco Giorgio Merlo del Pd – è una garanzia di pluralismo e di qualità editoriale. Chi lo vuole abbattere propone la privatizzazione e quindi auspica la svendita dell’azienda. Noi a questo gioco non ci stiamo”. “La Rai non è in vendita – sostiene, invece, il segretario Usigrai, Vittorio di Trapani -. Spiace deludere l’imprenditore Tarak Ben Ammar, ma nessun grande Paese europeo si è privato del Servizio pubblico radiotelevisivo”. A movimentare la giornata anche l’aut aut del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni al dg Rai Luigi Gubitosi nell’incontro alla Camera del lavoro con i sindacati sul tema Rai Expo: “Deve dare la garanzia di investire sul centro di produzione Rai di Milano, la Lombardia è pronta a fare la sua parte, o in caso contrario credo ci voglia un segnale forte, per esempio invitare i cittadini milanesi a non pagare il canone”. “Non c’è nessuna intenzione di ridurre l’attività a Milano”, ha assicurato Gubitosi, spiegando che riguardo all’Expo “lo sforzo sarà all’inizio a Roma e si sposterà poi a Milano e infine sul sito espositivo”. Il dg ha anche reso noto che i conti della Rai sono in miglioramento “veloce” e quest’anno l’azienda chiuderà “vicino al pareggio”. E’ l’andamento della pubblicità ad incidere in modo decisivo sui conti. E il dg starebbe lavorando proprio su un nuovo assetto di vertice a Rai Pubblicità. Tra le ipotesi in vista del cda in programma il 31 ottobre, Gubitosi lascerebbe l’interim della presidenza, carica che verrebbe ricoperta dall’attuale amministratore delegato ed ex direttore generale Rai Lorenza Lei. Il ruolo di ad verrebbe quindi assegnato a Fabrizio Piscopo, ex manager Sky chiamato l’anno scorso nella tv pubblica da Gubitosi. Piscopo sarebbe a sua volta sostituito nel ruolo di direttore generale da Luciano Flussi, che lascerebbe il timone della direzione Risorse Umane a Valerio Fiorespino.

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