Grillo studia l’impeachment presidenziale

ROMA. – Giorgio Napolitano corre ai ripari e, dopo le polemiche “senza fondamento” delle varie opposizioni, sul mancato invito al Colle per un confronto sulla riforma elettorale, chiama al Quirinale anche i Cinque Stelle, Lega, Sel e FdI. Poi chiarisce: non c’è alcuna “prevaricazione della maggioranza sulle minoranze”; nessun “gioco è ormai stato fatto”. Anzi. Il Presidente della Repubblica torna ad auspicare che in questa materia “si persegua in Parlamento la più larga condivisione”. Il Capo dello Stato spiega e si rammarica : “I colloqui con i rappresentanti dei gruppi di maggioranza avevano il medesimo carattere puramente informativo e ricognitivo” di quelli con le altre forze. Ma la spiegazione del Presidente arriva in serata. Quando già la reazione degli ‘esclusi’ è scoppiata. Soprattutto quella del M5S verso cui Napolitano tende la mano, rinnova l’invito, nonostante le “ingiurie” e “attacchi scorretti”, nonostante Grillo continui a chiedere l’impeachment. Il Movimento Cinque Stelle, per primo, risponde picche all’invito al Colle. E’ “indignato” per lo sgarbo istituzionale e, non senza qualche titubanza, decide di rispedire l’invito al mittente. Anche la Lega rifiuta ma il suo ‘no’ non è ultimativo. “Non ci piacciono le convocazioni frettolose, fatte all’ultimo minuto solo per rimediare a un errore molto grave”, chiarisce Massimo Bitonci, capogruppo al Senato e in quanto tale convocato al Colle. Va invece Sel, nella persona della senatrice Loredana De Petris. Anche Fratelli d’Italia sale al Colle con la capogruppo alla Camera, Giorgia Meloni. Con la Lega Nord, invece, si fisserà un’altra data. Il M5S, invece, è infuriato. L’incontro, dice la capogruppo al Senato Paola Taverna è “tardivamente richiesto, a giochi ormai fatti”. Quindi “non andremo. Perchè non siamo né in una Monarchia assoluta, né in una Repubblica Presidenziale”. E, continua, “non andremo perché la legge elettorale è questione che va discussa esclusivamente in Parlamento. Da tutti. Senza la prevaricazione delle maggioranze”. Mentre Napolitano con “un comportamento tipicamente autoritario” manca di rispetto “istituzionale alla forza politica più  votata alla Camera dei Deputati”. In sostanza quanto Beppe Grillo continua ad urlare dalle piazze della sua campagna elettorale in Trentino quando dice No al ‘Napolitellum’ ed invoca “al più presto la richiesta di impeachment per Napolitano” che ” è ormai oltre la democrazia e oltre la Costituzione”. Il fatto è che quella che potrebbe sembrare la solita sparata dell’ex comico in realtà è un dossier che davvero è sul tavolo di Grillo. Il Movimento ha veramente aperto una specie di “istruttoria” sui “comportamenti, sulle sue dichiarazioni, sugli atti anche formali” del Presidente, spiegano i Cinque Stelle che contano sull’aiuto di “esperti, amici” per capire come affrontare una questione su cui la Carta Costituzionale non lascia davvero spazi di azione. “Stiamo studiando i precedenti”, affermano i Cinque Stelle tanto che lo stesso Grillo, da Bolzano, conferma: “a suo tempo anche Napolitano chiese le dimissioni di Cossiga, che se ne andò. Ora dovrebbe fare come lui”. Intanto proprio la critiche a Napolitano sono all’origine di un altro scontro istituzionale alla Camera. Durante la seduta di ieri alcune dichiarazioni del deputato M5S Manlio Di Stefano sul Presidente infiammano gli animi. Ne nasce un battibecco al termine del quale il deputato Pd Enzo Lattuca si avvicina verso la ‘grillina’ Maria Edera Spadoni agitandole il pugno ad un palmo dalla testa. Lui nega ma la deputata M5S ha formalmente presentato una protesta alla Bodrini: pretende scuse e l’adozione di misure disciplinari.

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