Saccomanni, la crisi è finita e apre anche a cessione Rai

ROMA. – La crisi globale ”è finita, ne stiamo uscendo” e l’Italia può agganciare la ripresa se i partiti non sceglieranno la strada dell’instabilità politica. Per rilanciare l’economia bisogna confermare la strada della riduzione delle tasse e questo è possibile tagliando la spesa. E sulle vendite delle società pubbliche per abbattere il debito, a parte gli immobili, è sotto esame non solo l’Eni di cui erano circolate voci già ieri ma anche, per la prima volta, la Rai seppure non per la sua totalità. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ospite da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ parla di quello che il governo sta facendo e che vorrebbe continuare a fare. Per questo – riferisce in tv – con il premier Enrico Letta ”ci siamo sentiti ieri e continuiamo a essere ottimisti” sulla tenuta del governo perché ”il danno che l’economia avrebbe dall’irrompere dell’instabilità politica sarebbe talmente forte che le forze politiche non verranno percorrere questa strada”. In Parlamento c’è la legge di stabilità e Saccomanni assicura che sul cuneo il Parlamento potrà scegliere come allocare la cifra di 1,5 miliardi messa sul piatto per rendere le buste paga dei lavoratori più pesanti. Per quanto riguarda invece la riforma della tassazione immobiliare sottolinea che, rispetto al passato, ovvero all’Imu, ”c’è una riduzione significativa” perché lo Stato ha messo a disposizione dei Comuni 1 miliardo di euro per alleviare il peso della tassa ed ”è sufficiente”. Il ministro invece non dà rassicurazioni sull’abolizione della seconda rata dell’Imu per quest’anno. ”Non faccio annunci di politica fiscale in tv, quindi non parlo neanche di questo”, ha detto a Fazio. Nel dossier dismissioni ”ci sono varie ipotesi sotto esame, stiamo guardando ogni possibile soluzione”, ha detto commentando le ipotesi di privatizzazione di Eni e Rai. A Fazio che gli chiedeva se la vendita fosse di una rete o dell’intero gruppo, Saccomanni ha risposto ”rimarrebbe la tv pubblica”. Il piano di privatizzazioni – ha confermato – arriverà ”entro fine anno” e riguarderà ”sia proprietà immobiliari dello Stato, ma anche partecipazioni azionarie, che sono ancora numerose. La Rai è una delle società di cui lo Stato è azionista, stiamo guardando ogni possibile soluzione” perché l’obiettivo finale ”è dare una mano alla riduzione del debito pubblico”. Poi i tagli alla spesa: ”Tra i settori dove è più facile che ci siano sprechi, uno è la sanità: abbiamo deciso con il ministro Lorenzin di non introdurre adesso nessun taglio, ma aspettiamo di concordare con lei un piano complessivo”. Un altro settore su cui intervenire, ha aggiunto è quello delle partecipate degli enti locali. No invece a una tassa patrimoniale. ”Va bene in linea di principio”, spiega Saccomanni, ma non si considera che ”il patrimonio degli italiani, seppure valga 6-8 volte il Pil, è già investito in immobili, imprese etc..” e non si ha disponibile una ”liquidità per 400 miliardi di euro”.

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