Gli 007 Usa furiosi. Obama ci ha scaricato

WASHINGTON. – La comunità dell’intelligence americana è furiosa con la Casa Bianca. Lo scrive il Los Angeles Times in un pezzo dal titolo ‘Per i funzionari dello spionaggio, Obama diede il suo ok al controllo dei leader Ue’. L’articolo contiene lo sfogo rabbioso di diversi 007 americani, in forma anonima, ai quali non è andato giù il modo in cui l’inquilino della Casa Bianca si sta smarcando dallo scandalo provocato dalle rivelazioni della ‘talpa’ Edward Snowden, tentando di dare a loro tutta la colpa. Una brutta storia che ora, alla luce dei presunti spionaggi Usa ai leader alleati, sta infiammando i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e il Vecchio Continente, mettendo in gravissimo imbarazzo l’amministrazione americana. “Barack Obama ci ha abbandonato al nostro destino, prendendo le distanze da questo scandalo. Il presidente – prosegue questa fonte – potrebbe non aver ricevuto briefing specifici sullo spionaggio dei leader, come dice la Nsa. Ma certamente tutto il Consiglio Nazionale della Sicurezza della Casa Bianca sapeva cosa stesse accadendo, sostenere il contrario è semplicemente ridicolo”. Entrando nello specifico, altre fonti citate dal giornale ammettono di non sapere esattamente come sono andate le cose per quanto riguarda l’ascolto delle telefonate dei leader. Tuttavia, spiegano quali sono le procedure che regolano questo tipo di operazioni. “Ancora non è chiaro – raccontano due ex alti funzionari dell’intelligence – come è stata condotta questa sorveglianza. Ma se un leader straniero si trova sotto controllo e le sue telefonate sono intercettate, il relativo ambasciatore degli Stati Uniti nel Paese alleato e il membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che si occupa dei rapporti con questi Paesi certamente ricevono rapporti regolari”. Insomma, come spiegano queste fonti, “qualsiasi decisione di spiare i leader stranieri di Paesi amici viene assunta con il contributo del Dipartimento di Stato, che è tenuto a considerare il rischio politico dell’operazione. Qualsiasi informazione raccolta considerata utile viene quindi consegnata alla Consigliere del Presidente per la lotta al terrorismo Lisa Monaco, a lei come ad altri funzionari di spicco della Casa Bianca”. E da queste poche parole si capisce quanto alta sia la tensione tra i diversi apparati del governo americano. Ormai a Washington è già cominciata la lotta per trovare un capro espiatorio, una testa da far rotolare, a cui attribuire ogni responsabilità, in modo da calmare la rabbia degli europei e contemporaneamente cercare di salvaguardare il più possibile l’immagine già offuscata del presidente Barack Obama.

(Marcello Campo/ANSA)

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