Letta, nessun allarme sui conti e attacca i “disfattisti”

ROMA. – Più che sui conti, su cui, spiegano fonti di governo, “non c’è alcun allarme” e sul giudizio che l’Ue esprimerà sulla manovra, il premier Enrico Letta è preoccupato dall’azione concentrica dei “disfattisti”: di chi, come i falchi del Pdl, usa strumentalmente la manovra come ariete nella guerra interna e dei molti, Beppe Grillo e non solo, che sembrano “non riuscire a non criticare chi cerca di agire e di fare le cose per bene, quasi solo per la soddisfazione di vedere le cose andare ancora peggio”. Ma, invece che demoralizzarsi, Letta è deciso a non “mollare” e la prossima settimana affronterà i gruppi di maggioranza sulla manovra. Sarà una settimana di “esami” per il governo: martedì il ministro Annamaria Cancellieri dovrà convincere il Parlamento, Pd e M5S i più recalcitranti, di non aver interferito nella scarcerazione di Giulia Ligresti. E sempre martedì Bruxelles giudicherà la legge di stabilità e la capacità dell’Italia di restare sotto il parametro del 3% cento del deficit. Ma il governo è sicuro di avere la coscienza pulita sotto il profilo del rigore: la manovrina, spiegano fonti governative, è servita proprio per riportare il deficit sotto il 3 per cento e per il 2014 la previsione del governo è di scendere sotto il 2,5%. Ma per Letta il rigore, lo ripete come un mantra, va coniugato alla crescita e alla ripresa, a partire dalla lotta alla disoccupazione giovanile che “rappresenta il pilastro della nostra azione”. Per questo il presidente del consiglio se la prende con chi, invece, di capire che, in questo momento economico, l’unica politica attuabile è quella del “passo dopo passo”, si limita a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto. E se Grillo, per Letta fa “disinformazione” a fini politici in “un gioco buono solo a sollevare polveroni”, meno comprensibile è “l’approccio pregiudizialmente negativo e non fondato su dati di fatto” alla base dell’articolo del Corriere della Sera che alimenta sia il leader M5S sia la canea alzata oggi dai falchi del Pdl. Il premier è sì pronto ad un confronto con la maggioranza per migliorare la manovra, come dimostra la disponibilità da lui stesso offerta ad incontrare la prossima settimana i gruppi parlamentari, a partire mercoledì dal Pd. Ma non invece ad assecondare minacce e ultimatum, come quelle lanciate oggi da Renato Brunetta, che legano il via libera alla legge di stabilità a temi estranei, come la decadenza di Silvio Berlusconi o la guerra interna al Pdl. Anche perché Letta ha avuto garanzie da Angelino Alfano che l’impegno dei ministri Pdl è di convincere il Cavaliere a continuare a sostenere il governo come condizione per l’unità del partito. Altrimenti i governativi sono pronti a strappare e a fare i gruppi autonomi che, come dimostra la fiducia del 2 ottobre, garantiscono la maggioranza al governo. (Cristina Ferrulli/ANSA)

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