In Italia un’azienda su 5 investe in economia verde

ROMA. – “Non solo c’è un’Italia che ce la sta facendo con la green economy, ma l’economia verde può aiutare tutto il paese a farcela”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando a Milano alla presentazione del quarto rapporto annuale “GreenItaly” di Unioncamere e della Fondazione Symbola, presieduta da Ermete Realacci. “I dati ci dicono che chi ha investito nella green economy – ha proseguito il ministro – ha resistito meglio alla crisi ed è riuscito ad intercettare meglio la ripresa. In questo settore si sono orientate aziende che hanno investito sull’innovazione, sulla tecnologia e sulla ricerca”, ha aggiunto Orlando. E in effetti dal rapporto “GreenItaly 2013. Nutrire il futuro” viene fuori la fotografia di un “nuovo paradigma produttivo che esprime, nel nostro Paese, la parte propulsiva dell’economia: dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Che è stata, quindi, percepita come una risposta alla crisi stessa, e non ha deluso le aspettative”. L’economia verde oggi significa tre milioni di posti di lavoro e 3,7 mln ulteriori ‘green jobs’ potenziali, con 100,8 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto, in termini nominali, nel 2012, pari al 10,6% del totale. Secondo il rapporto Greenitaly 2013, sono 328 mila le imprese, pari al 22% del totale, che contro la crisi dal 2008 ad oggi hanno investito o stanno investendo per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia. Da queste aziende quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi: 216.500 su un totale di 563.400. Con i posti di lavoro ‘verdi’ che diventano protagonisti dell’innovazione e copriranno addirittura il 61,2% di tutte le assunzioni destinate alle attività di ricerca e sviluppo in Italia. E il 42% del totale delle assunzioni under 30 programmate quest’anno verrà fatto proprio da quel 22% di aziende che fanno investimenti ‘green’. Dagli eco-investimenti, secondo il rapporto, sono arrivati prima di tutto vantaggi nell’export: nel 2012 il 42% delle aziende manifatturiere (34 mila) green ha esportato i propri prodotti, rispetto al 25,4% che non ha potuto farlo. E sempre nel manifatturiero, le aziende green che hanno prodotto innovazione nei loro prodotti o servizi sono sostanzialmente il doppio di quelle che non hanno investito (30,4% contro 16,8%). Dal punto di vista geografico a fare la parte del leone è il nord, dove si trovano il 52% di tutte le aziende green italiane, con la Lombardia che guida la classifica con le sue 60 mila imprese, pari al 18% del totale. Roma è invece la prima a livello di provincia, con il 20.450 imprese verdi, pari al 6,2% (seguita da Milano, Torino, Napoli e Bari). Nel Sud opera il 28,5% delle aziende che fanno o hanno fatto eco-investimenti, mentre il Centro è il fanalino di coda, con il 19,8%. A livello regionale, inoltre, il Veneto con 30.670 imprese che puntano sull’eco-efficienza (9,4%) è in seconda posizione davanti, a pari merito, dall’Emilia-Romagna e dal Lazio (28 mila imprese ognuna, 8,6%). Seguono Piemonte, Campania, Toscana, Puglia, Sicilia e le Marche. Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, nonché della Commissione Ambiente della Camera, “Bisogna scommettere sulla green economy perché la caduta congiunturale non c’è nell’export anche perché si è investito nell’innovazione, nella qualità e nella capacità di produrre ‘bene’. Dire ‘quando l’Italia fa l’Italia ce la fa’ può sembrare uno slogan ma è vero”.

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